sabato 27 ottobre 2007

In linea il nuovo ebook "Fare soldi online disegnando"

Come annunciato, il nuovo ebook "Fare soldi online disegnando" è in linea.
Sono molto soddisfatto di questo prodotto, forse perché io guadagno usando le stesse tecniche e tattiche suggerite nell'ebook.

Ci sono migliaia di giovani talentuosi che non hanno la possibilità di farsi notare, proprio perché molto spesso non si conoscono i giusti canali per accedere alla popolarità e al business. Quello degli artisti e dei disegnatori, in particolare, è un mondo fatto di grande passione e di poco senso degli affari. Si disegna a prescindere!

Alla fine, però, ciascuno ha bisogno di soldi e, quindi, di un lavoro, e la decisione cui si giunge è quella di accantonare il talento in cambio di un "posto sicuro".

Sono queste le ragioni che mi hanno spinto a scrivere "Fare soldi online disegnando", perché le occasioni su internet sono infinite, ed è un vero peccato che gente capace debba rinunciare al proprio talento e ai propri sogni solamente perché non riesce a vedere la strada giusta per fare quello che sa fare meglio.

Se ti sai muovere, se sai organizzare il tuo e-commerce, se sai come far convergere sul tuo sito traffico altamente targhettizato, forse non c'è bisogno di abbandonare. Forse vale la pena provare.

Del resto, non sono pochi quelli che hanno saputo creare un business basato sul proprio talento, e nell'ebook ne parlo abbondantemente, analizzando casi e questioni concrete di gente che vive alla grande facendo disegni, fumetti, illustrazioni, t-shirt, calendari e tanto altro ancora.

Un libro da non perdere, anche per chi è ancora agli esordi, perché può dare un senso ed un orientamento adeguati alla propria indole. Vale la pena leggerlo.

mercoledì 24 ottobre 2007

In arrivo “FARE SOLDI ONLINE DISEGNANDO”, il nuovo ebook su come crearsi online un lavoro stabile e redditizio con disegni, fumetti e illustrazioni

Finalmente è pronto! Venerdì 26 ottobre sarà in linea su Lavoro-Casa.com.



FARE SOLDI ON LINE DISEGNANDO

è un ebook strepitoso, fatto su misura per i talentuosi del disegno e del comics. D'ora in avanti avranno uno strumento straordinario per sfruttare al massimo il proprio genio creativo.


Qui di seguito, uno stralcio dell'introduzione:

"L’arte in genere è qualcosa che troppo spesso viene considerata alla stregua di un hobby, senza valore concreto. Come un passatempo che non permette di pianificare e costruire seriamente il proprio futuro perché si basa su fattori poco tangibili, molto personali e, per questo, poco classificabili. Insomma, grossomodo un’occupazione divertente ma niente a che vedere con la “sistemazione sicura” cui si è abituati a pensare sin da adolescenti.

Credo che questo modo di vedere l’arte la dice lunga sul fatto che solo in pochi riescono veramente a farsi conoscere dal grande pubblico e a trovare un filone professionale concreto. Ci si abitua subito a vederla in maniera sbagliata, a porla come un gioco e basta. E questo limita ogni cosa. Riduce la capacità di animarsi di buona volontà, di concentrarsi sulle azioni da compiere e di focalizzarsi sull’obiettivo.

L’arte è insieme tecnica e talento. L’una senza l’altra difficilmente potrà mai aggiungere un tocco di pura bellezza all’equilibrio naturale del mondo. La capacità innata esiste e col tempo determina la consapevolezza di ciò che si è, ma è la disciplina che fa l’artista. La conoscenza, la sapienza, l’esperienza, l’addestramento, sono le condizioni fondamentali. Un uomo di talento senza queste condizioni, rimane solo un uomo di talento.

Quando Pablo Picasso si spostava tra la gente, c’era sempre qualcuno che l’avvicinava per complimentarsi o per ottenere un suo autografo. Così un giorno una signora lo riconobbe al mercato e non esitò a chiedergli un disegno da fare su un pezzo di carta che ella stessa tirò fuori dalla borsa. Picasso fu lieto di accontentarla e velocemente creò un capolavoro sul pezzo di carta che gli aveva dato. La donna rimase sbalordita e chiese all’artista come avesse potuto realizzare in 30 secondi un capolavoro del genere. E Picasso le rispose: “mi ci sono voluti 30 anni per fare quel capolavoro in 30 secondi”.

Capito cosa intendo? Se hai talento te ne accorgi, ti viene da dentro, ti esce facile e spontaneo, come parlare, camminare, mangiare. Conosco musicisti che sentono il suono delle note prima ancora di comporle e di suonarle. Non c’è una spiegazione razionale, è creazione pura. Così anche i disegnatori. A certi livelli di concentrazione riescono a vedere nella loro mente il disegno già fatto, con le ombre, i colori e tutto. Non sto parlando di un’immaginazione vaga del soggetto, o di un’idea progettuale, ma di una vera e propria visione dettagliata dell’opera ancora inesistente. Questo significa avere talento, perché basta un niente, una luce, un riflesso, una composizione casuale di forme, percepita fugacemente mentre sei in macchina con gli amici, a far nascere l’idea e a vederla prendere forma nella tua mente, fino ad averne una visione nitida, definita, completa.

Il problema si pone quando le tue mani non sanno interpretare la tua visione. Riesci a vedere perfettamente quello che vuoi, ma non sai realizzarlo. Cosa succede? Perché ti viene difficile realizzare quello che riesci a vedere nella tua mente? Te lo dico io: ci vuole tecnica e disciplina. Ricorda Picasso: “mi ci sono voluti 30 anni per fare quel capolavoro in 30 secondi”.

Ti dico questo perché se sei un bravo disegnatore hai due modi per gestire la cosa:

1. prenderla come un gioco e dare poca importanza al tuo talento;
2. migliorare te stesso con la disciplina e fare in modo che il talento diventi una risorsa economica.

Il mio consiglio è di non perdere tempo. Impegnati al massimo per imparare più degli altri, per sapere più degli altri, per conoscere più degli altri. Migliora le tue tecniche, frequenta corsi avanzati di perfezionamento, e se sei ancora alle prime armi non stare a pensarci troppo. Iscriviti a scuola d’arte o a uno dei corsi base sul disegno; ma non sciupare nemmeno un minuto del tuo tempo.

Sappi che ci vogliono molti anni per imparare tutto e molti anni per dimenticare. È il percorso naturale dell’artista: imparare le tecniche, conoscere i segreti del mestiere, assimilare le esperienze, e poi dimenticare tutto per dare alla luce la parte più autentica del tuo genio creativo. Solo a questo punto, quando tutto avrai appreso, conosciuto e poi consegnato all’oblio, il tuo talento sarà arte.

Il motivo è semplice: c’è gente la fuori pronta a comprare i tuoi lavori, a pagarti per i tuoi disegni, ad esporre le tue opere. Allora perché perdere tempo? Perché non provarci?

Prima di iniziare a scrivere questa introduzione, ho ricevuto un’email di Italo Pentimalli, fondatore e proprietario del sito http://www.piuchepuoi.it/. Diceva di condividere a pieno il mio modo di vedere la strada per il successo, e che bisogna avere il coraggio, la forza e la determinazione di provarci sempre. È la legge delle 3T, come dice Italo: Try & Try & Try...

È giunto il tempo di spolverare le tue creazioni, di tirarle fuori dal cassetto e di farne una scansione in termini di business. Qui trovi tutto quello che ti serve per fare del tuo talento una risorsa economica."

giovedì 18 ottobre 2007

Investimenti, risparmio, conti correnti, mutui. Tutto quello che le banche non dicono nel nuovo straordinario ebook di Lavoro-Casa.com

Cari amici, come ho già detto in un mio precedente post, stiamo per ultimare l’ebook “FARE SOLDI ONLINE DISEGNANDO”. Se devo essere sincero, pensavo di impiegarci meno tempo. Ma l’argomento si è rivelato tanto impegnativo ed entusiasmante quanto lo sono stati, e lo sono tutt’oggi, gli altri temi sui quali abbiamo scritto tantissimo e aiutato centinaia di persone a migliorare se stessi ed il proprio rendimento economico. Insomma, se devo dire come la penso, sta venendo fuori un piccolo capolavoro di web marketing per i giovani talentuosi del disegno. Uno strumento che permette di sfruttare al massimo il mercato per vendere i propri lavori senza spendere un solo centesimo per impianti off line.

Tuttavia, non è solo questo che in qualche modo ha ritardato l’uscita dell’ebook. È successo qualcosa nel frattempo che ha coinvolto tutta la mia attenzione, perché se la mission di Lavoro-Casa è quella di aiutare le persone a guadagnare di più e a non sprecare tempo e soldi in cose inutili, quello che sto per dirvi ha dello straordinario e merita di essere anticipato.

Si tratta di un nuovo ebook, scritto da Marco Calì, un nome che, buttato lì, non dice proprio nulla. Eppure sono pronto a scommettere tutti i miei guadagni che una volta pubblicato il saggio che ha scritto, il suo nome farà il giro d’Italia in meno di 48 ore, e non senza creare scompiglio e panico in molti risparmiatori, ma soprattutto in seno alle grandi holding finanziarie e bancarie del nostro Paese (o BELPAESE, come lo chiama lui).

Infatti, Marco, con il quale oramai mi sento almeno due volte al giorno per via dell’editing che stiamo facendo da qualche settimana, è autore di un libro - dall’intrigante titolo “RETROSCENA BANCARIO”, e dal sottotitolo inquietante “Tutto quello che le banche non dicono” - con il quale, come dice Eugenio Benettazzo, che ne ha curato la prefazione, fotografa, attraverso una lucida analisi, l’attuale scenario bancario in Italia, soffermandosi anche su spiacevoli episodi di cronaca finanziaria che hanno dimostrato il marcio del sistema: uno fra tutti il caso My Way e 4You.

In uno dei capitoli del suo libro, Calì, che avrete capito trattarsi di un esperto di finanza e di banche, rende nota la sua più grande preoccupazione: Italia, prossima Argentina. In altre parole, mette in luce, con l’ironia di chi è capace di prevedere gli eventi, le magagne e le macchinazioni che si costruiscono segretamente dietro ogni operazione di risparmio e di investimento. Per non parlare dei mutui e della vergognosa vicenda del “tasso variabile”, che oggi sembra essere la causa principale del malcontento della gente e delle proteste delle associazioni dei consumatori. Il governatore italiano ha fatto dichiarazioni rassicuranti sui mutui. Ma chi lo dice che dietro non ci siano situazioni simili a quelle che negli Stati Uniti e in Inghilterra alla fine hanno portato allo scandalo?

Marco Calì, in ogni caso, non si limita a dire quello che le banche non dicono. Offre decine di soluzioni interessanti su come gestire certi risparmi e su come comportarsi in determinate situazioni, dove abitualmente le banche fanno quello che “gli pare e piace”. Parla dei mercati azionari, dell’allarme mutui, del risparmio gestito, dei conti correnti, dei prodotti a capitale garantito; offre consigli sugli investimenti, in particolare su quelli del petrolio, con previsioni sul prezzo che già sul breve termine stanno rivelando che quest’uomo – di Padova – è uno che sa il fatto suo.

Beh, sono certo che questo libro avrà un successo strepitoso. Nei prossimi giorni vi darò ulteriori dettagli sull’uscita e sul prezzo di lancio.

giovedì 11 ottobre 2007

GRAPHIC USABILITY: L'IMPLICAZIONE GRAFICA DELLA WEB USABILITY

Oggi se ne parla molto. Io stesso, nelle mie pubblicazioni, faccio spesso riferimento alla web usability ogni volta che per ovvie esigenze anche didattiche devo propugnare l’opportunità di rendere facile e navigabile un sito web. Tuttavia, l’argomento è molto più vasto di quello che sembra, e limitarsi a interventi di non appesantimento o di reperibilità delle informazioni rischia solo di non rendere i risultati che ciascuno spera di ottenere con la strategia dell’usabilità.

Partiamo dalla considerazione che chi naviga in internet è alla ricerca di informazioni, che – come dice Michele Visciola, autore di “Usabilità dei siti web”, edizione Apogeo – gli permetteranno di modificare o aggiornare la propria conoscenza, di prendere decisioni, di acquistare un bene o di avvalersi di un servizio. Le informazioni, quindi, stanno al centro di una potente strategia che si chiama usabilità.

In questo senso, lo sforzo è quello di dare subito al navigatore quello che sta cercando, riducendo al minimo i clic necessari per accedere all’informazione desiderata. Non fa bene al marketing di un sito che il visitatore, magari dopo avere aspettato a lungo il caricamento della pagina, sia costretto anche a linkare più volte per giungere a dati che alla fine non trova o trova solo parzialmente.

Ma questa, se vogliamo, è la parte più scontata dell’usabilità, quella che tutti conoscono grazie agli studi di eminenti personaggi del world wide web, come il noto Jakob Nielsen. C’è un aspetto, invece, che spesso viene trascurato, ma che secondo recenti scoperte sta rivelando, non senza qualche sorprendente rivisitazione teoretica, il nascere di una moderna web usability.

Sto parlando dell’usabilità grafica del sito. Io la chiamo GRAPHIC USABILITY, e mi riferisco a tutto ciò che pur mantenendo la facilità di navigazione, in senso classico, non rinuncia ad un aspetto piacevole e seducente. Perché se è vero che l’utenza naviga sulla base di un “bisogno informativo”, è altrettanto vero che la decisione di fermarsi su un sito piuttosto che su un altro, almeno nella fase del primo impatto, è determinata sic et simpliciter da quello che appare.

“L’apparenza inganna”, recita un vecchio detto, ma nel momento stesso in cui lo fa, compie il suo lavoro. Seduce il visitatore e lo spinge ad andare oltre.

La verità è che un sito non deve ingannare, perché fallirebbe nel suo intento, ma deve comunque “apparire”, ovvero, attrarre l’attenzione in un solo colpo d’occhio, attraverso l’uso di espedienti pittorici o iconici che, molto più rapidamente di un testo, comunicano valori, significati, messaggi e quant’altro possa essere condiviso dalla comune esperienza visiva degli internauti.

Non è semplice! Anzi, il più delle volte è proprio la grafica il punto più critico dell’usabilità di un sito. Attirare l’attenzione è facile, ma il visitatore ha bisogno di informazioni e, quindi, di entrare in relazione col sito o con chi lo scrive. E la graphic usability ha proprio lo scopo di realizzare un equilibrio tra la spinta a sedurre e la capacità di risultare persuasivi.

La qualità grafica di un sito usabile è quella che riesce ad attrarre e a rassicurare nello stesso tempo. Non occorre un capolavoro di design digitale, soprattutto se questo alla fine non crea rapport con l’utente. Anche una sola linea di contorno al testo, che sappia comunicare competenza tecnica e responsabilità professionale, e quindi trasmettere fiducia, è quanto basta per definire l’intervento grafico come un intervento di alta qualità.

L’utente medio è in grado di percepire dall’interfaccia più di quanto si possa immaginare. Un semplice layout ci dice tutto sull’esperienza del titolare del sito, sulla sua padronanza dello strumento, sulla sua capacità di controllo tecnico e di risposta agli eventi di routine. E chi trascura questi aspetti commette un grave errore.

In Italia sta prendendo piede il modello del minisito, strumento americano potentissimo, che io stesso suggerisco per vendere in internet. Ma l’errore che stanno commettendo in molti, compresi gli americani, è quello di riprodurre in serie l’interfaccia grafica di un modello standard.

Avere un sito di una sola pagina, facile da navigare e sufficientemente ricca di informazioni, per un certo tipo di e-commerce, è la strategia migliore; ma questo non significa che tutti devono evidenziare le frasi con il colore giallo, o usare gli stessi fonts, o ripetere l’identica struttura di argomenti. È vero che ciò che funziona non si cambia, ma è anche vero che il navigatore trae le sue conclusioni da tutto questo. Un sito che ripete in tutto e per tutto le caratteristiche e la struttura di altri siti, non è in grado di esprimere credibilità e competenza. E con ogni probabilità, la semplice imitazione di un modello, sia pure vincente, svela insicurezza e pochezza innovativa da parte di chi lo gestisce o di chi ne è titolare.

Rendere un sito usabile non significa svuotarlo esteticamente, soprattutto se si considera che la grafica non soltanto abbellisce, ma può fornire contenuti, facilitare la navigabilità ed organizzare le informazioni. Una bella foto del prodotto a volte è in grado di sostituire mille parole. Come un’immagine stilizzata può guidare il visitatore molto meglio di una raccomandazione scritta.
Per concludere, il mio consiglio è di non pregiudicare la grafica. Uno studio attento delle esigenze dell’utente può condurre a soluzioni ideali di facilità d’uso senza dover rinunciare ad un’estetica accattivante.