sabato 27 settembre 2008

Libere professioni online: una scelta obbligata!


Cominciai a studiare diritto privato quando ero ancora al 5° anno di liceo. A quei tempi si usava il testo di Alberto Trabucchi della CEDAM (non so se oggi è ancora in adozione), un vero mattone di circa mille pagine che solo a guardarlo ti veniva voglia di cambiare facoltà. Ma del resto non potevo aspettarmi altro. Avevo scelto giurisprudenza... e toccava fare quell’esame.

Si diceva: “diritto privato, mezzo avvocato”. E questo bastava a darmi quella spinta di cui ogni studente ha sempre bisogno per non cadere in quello stato paralizzante chiamato “crisi da studio”.

Mi piace ricordare la preparazione di questo esame perché è stato quello che più di ogni altro mi ha fatto letteralmente sognare. Ogni capitolo era come un viaggio sulle mete della mia carriera. Dopo avere letto, riletto, sottolineato e imparato, esponevo gli argomenti immaginandomi di fare consulenze sui contratti, sull’eredità, sulle servitù prediali (tranquillo, non è una parolaccia); di scrivere ricorsi di usucapione, anticresi, enfiteusi; di argomentare in aula sulla proprietà, sul possesso o sulla nunciazione.

Una sorta di sindrome da Perry Mason che mi faceva pregustare quell’atmosfera solenne e fascinosa che attornia gli uomini dalle toghe nere.

Poi, però, come un bambino quando scopre tutta la verità su Babbo Natale, cominci a fare pratica presso uno studio legale e ti accorgi che le consulenze, i ricorsi, le arringhe, sono solo fenomeni hollywoodiani, e che se vuoi guadagnarti veramente qualcosa ti conviene prendere quello che ti passa il convento. Cosa? L’infortunistica stradale, per fare un esempio.

Ma, almeno, si usa la toga nera? No! Quella la usano solo nelle aule penali. Perché nel civile, ammesso che ci sia un’aula (molto spesso è l’ufficio del giudice di turno a prestarsi a tale scopo), non c’è nemmeno il tempo di guardare in faccia i testimoni. Le udienze sono volanti, non ci si può sedere, perché se lo fai vieni coperto dalla folla di avvocati che si accalca al tavolo del magistrato, e i fascicoli, se proprio ci tieni, te li vai a prendere senza discutere in cancelleria. Tanto sono alla portata di tutti, devi solo capire in quale anfratto dell’archivio sono andati a finire, dopo che migliaia di altri avvocati e praticanti li hanno presi per le mani per spostarli.

I primi tempi mi chiedevo perché mai tutti quegli avvocati fossero intorno alla scrivania del giudice. Forse si trattava di un caso importante, di un cliente superassistito, o forse il magistrato non si sentiva bene. Niente di tutto questo. Era solo un metodo di lavoro. Troppe cause da svolgere. Troppi verbali da redigere in un giorno (molti, infatti, vengono scritti dagli avvocati sotto dettatura del magistrato). Quindi, la cosa migliore per un giudice è quella di celebrare in simultanea una dozzina di udienze. Si fa prima, e tutti possono tornarsene a casa.

Sarà questo il motivo che mi ha spinto a fare il consulente del lavoro? Può darsi! Fatto sta che se sei all’università e credi di poter mettere in pratica le tue conoscenze nel mondo del lavoro, sei davvero fuori strada. Gli altri non te lo permettono. Il sistema non te lo permette.

Questa è la più grande disillusione che un laureto possa vivere. Nessuno ti spiega come è fatto veramente il mercato. E alla fine ti ritrovi a mercanteggiare con un perito assicurativo per avere qualche migliaia di euro in più di danni da spartire col cliente.

E pensare che volevi argomentare su casi e questioni di alto profilo giuridico.


Internet cambia le regole
Tutto questo è vero se continuiamo a parlare del mercato tradizionale. Su internet è un’altra cosa. I professionisti continuano a non sentire l’urgenza di delibare – seppure con prudenza - il nuovo lavoro intellettuale, ma quella che oggi è ancora una straordinaria opportunità di crescita, fra qualche anno sarà una strada obbligata per guadagnarsi da vivere. E chi non l’avrà precorsa in tempo, si troverà a fare i conti con la dietrologia del fallimento.

Gli esperti parlano di “quarta rivoluzione industriale”, con i passaggi dall’agricoltura (primario) all’industria (secondario), dai servizi (terziario) all’informazione online (quaternario).

A soli 10 anni dalla nascita del web, il nuovo marketing ha trasformato in modo tanto radicale le dinamiche della produzione e della crescita da scalzare ogni regola. Tutto questo impone un nuovo tipo di organizzazione e un nuovo modo di fare business.

Un avvocato giuslavorista avrà di che sfamarsi fin quando esisteranno le aziende con i lavoratori subordinati. Ma se la forza lavoro viene attratta dai nuovi mercati, dove punta a creare una rete di micro-sistemi autoproduttivi, la ragione dei contenziosi non sarà più la stessa. Non ci sarà un lavoratore licenziato che lamenta gli straordinari o le mensilità aggiuntive. Non ci sarà un’azienda che vuole eccepire le contestazioni di addebito. Non ci sarà più il mercato delle vertenze di lavoro, intese alla vecchia maniera.

Ci saranno invece nuovi rapporti, nuovi scambi, nuove esigenze da tutelare e difendere, nuovi usi e costumi da portare all’attenzione del legislatore affinché possano assurgere al rango di diritto positivo.

Internet cambia le regole per tutti. Mette i consumatori al primo posto. Impone etica e qualità. Ma allo stesso tempo permette allo studente sognatore di avere subito un mercato da soddisfare. Un esperto di usucapione potrà semplicemente avvalersi di adwords per portare sul suo blog (WLG) tutti quelli che hanno bisogno di usucapire o di difendersi dal possesso abusivo di un bene immobile.

Una volta si parlava di bundling, di raggruppamento di aziende, prodotti, servizi etc.. E anche le professioni sono caratterizzate da un bundling di competenze, di abilità considerate omogenee e ricollegabili ad un settore professionale specifico. Il commercialista tiene la contabilità, fa le dichiarazioni dei redditi, istruisce le pratiche di apertura e chiusura delle aziende, difende i contribuenti davanti alle Commissioni tributarie, effettua perizie tecnico-commerciali sul patrimonio aziendale etc..

Google ha smembrato il concetto di bundling. La ricerca specifica dei navigatori è orientata a trovare delle soluzioni a esigenze particolari. Il navigatore vuole sapere come e se fare causa all’ENEL per uno sbalzo di corrente che gli ha danneggiato il computer.

Ho letto su un libro di Seth Godin che se digitiamo “Bextra” su Google, troviamo un sacco di articoli che parlano di questo analgesico, di cui di recente si è sospesa la produzione a causa dei gravi effetti collaterali sui pazienti. Godin dice che se guardiamo gli annunci più in alto, scopriamo che molti sono di studi legali che pagano profumatamente per ricevere l’attenzione dei navigatori. Sono gli studi che hanno intentato le cause collettive (oggi praticabili anche in Italia) per conto delle persone che hanno subito danni a causa del farmaco, i quali ritengono che il modo migliore per raggiungere queste persone sia di incontrarle esattamente nel momento in cui esse li cercano. Insomma, anziché correre in giro come pazzi per richiamare l’attenzione o, anche, dispensare volantini sui parabrezza delle auto, conviene attivare adwords e starsene fermi ad aspettare che l’attenzione dei navigatori trovi loro.

Il mercato online sta già creando delle forti asimmetrie tra la nuova domanda e la vecchia offerta. Se chiedi a un commercialista quali adempimenti e quali costi ci sono per aprire un bar, ti risponde subito. Sa di cosa stai parlando ed è documentato sull’argomento. Se provi invece e chiedergli come deve essere inquadrato un infomarketer, ti accorgi che non sa nemmeno di cosa stai parlando.

È la quarta rivoluzione industriale. Il mercato online avanza ad una velocità impressionante e crea nel contempo nuovi bisogni da soddisfare. Per il momento resta un’opportunità. Ma manca veramente poco a che diventi un passaggio obbligato.

martedì 23 settembre 2008

Qualsiasi professione tu voglia fare da grande, questo è ciò che devi sapere!

Mi arrivano di sovente delle email, da parte di giovani laureati e professionisti, con cui mi si chiede come attuare la WLG e il Nuovo Lavoro Intellettuale al proprio specifico settore professionale.

Ad esempio, Giuseppe, ingegnere, mi ha scritto:"...il mio settore prevede molto spesso di effettuare sopralluoghi per verificare determinate cause (pensa per esempio alla stima di un appartamento o ad eventuali lesioni di parti presenti in un appartamento da ristrutturare ...) come si possono conciliare queste cose con un business on-line?”.

Laura, invece, che è laureata in giurisprudenza, mi ha chiesto: “Perchè secondo te una persona che ha bisogno di una informazione specialistica dovrebbe pagare un neolaureato sconosciuto piuttosto che un professionista affermato, con il quale, peraltro, può avere un contatto diretto?”.

Ce ne sono tante altre, ma tutte più o meno esprimono le stesse perplessità. Ovvero, come usare la WLG per sostenere (sviluppare, mantenere etc.) la propria attività.

Bene! Credo che sia arrivato il momento di fare una grande rivelazione. Non è la WLG che deve sostenere la tua attività professionale, ma è la tua attività professionale che deve trasformarsi in modo da prosperare grazie alla WLG.

Una volta i liberi professionisti non avevano bisogno del marketing o, perlomeno, non avevano bisogno di spendere soldi per farsi conoscere, poiché il solo fatto di essere uno specialista (medico, avvocato, ingegnere etc.) bastava quasi sempre a far girare la voce di portone in portone.

Questa situazione è cambiata negli ultimi anni, non solo perché la crescita dei livelli di scolarizzazione ha generato migliaia di professionisti negli stessi settori, facendo svanire quella percezione di “rarità” che si aveva con i laureati di un tempo, ma anche perché con il sopraggiungere dell’informatica e della “digitalizzazione” delle informazioni sono cambiati i fabbisogni del mercato.

In un primo momento, gli Ordini Professionali hanno pensato di riscrivere le regole deontologiche per eliminare il divieto della pubblicità. Ma ciò è apparso davvero inutile, laddove insieme alle regole non è stata somministrata una formazione strategica adeguata.

Conosco avvocati che a mò di supermercato fanno distribuire volantini per le strade e nelle piazze. Altri che te li spediscono a casa con tanto di fotografia e di carta intestata.

Il problema non è tanto quello di vedere un avvocato che si avvale di strumenti pubblicitari così poco raffinati e indegni per la sua immagine istituzionale e storica, ma piuttosto quello di non rendersi conto che azioni di questo tipo sono completamente infruttifere.

Se non fosse per la disperazione che è sottesa a questi fenomeni, si potrebbe addirittura provare tenerezza a guardare un professionista alle prese con il marketing, quasi come quella che si prova verso un bambino che, dopo avere imparato a fare i primi passi, decide di camminare senza aggrapparsi alle federe dei cuscini del divano.

Per secoli i professionisti di successo si sono basati sulla naturale tattica dell’immagine autorevole dell’uomo di cultura. Si trattava di fare leva sui tanti anni di studi e di sacrifici, che però davano i loro frutti. Bastava scegliersi una piazza, aprirsi uno studio e si era certi di conseguire profitti cospicui.

I mercati emergenti hanno scosso le certezze di chi utilizzava questi schemi. In primo luogo l’affollamento eccessivo dei “dottori”, sparsi ovunque, ha annientato l’efficacia dell’immagine autorevole. Anche perché il mercato si è riformato con delle componenti a loro volta autorevoli. I clienti di un avvocato di oggi sono molto spesso professionisti di altri settori.

Di pari passo al cambiamento delle vecchie regole si sono affacciate sulla scena nuove tecniche, dai siti web di ultima generazione agli annunci su Google e al passaparola dei social media. Per un professionista del mercato tradizionale, le tecniche efficaci del nuovo marketing (intellectual marketing) rappresentano una leva ancora più straordinaria della percezione dell’immagine autorevole. Risultati rapidissimi a costo quasi zero!

Avere uno studio attrezzato con tanti collaboratori, frequentare luoghi strategici, tessere relazioni per attivare il meccanismo della presentazione degli amici o, persino, abbassare i prezzi, sono tutte strategie in grave crisi.

Le tattiche del nuovo marketing sottraggono linfa vitale al vecchio marketing senza tuttavia sostituirlo completamente. I professionisti vecchio stampo che ricorrono al nuovo marketing affinché questo svolga per loro i servizi del vecchio marketing non hanno successo.

Per far funzionare l’intellectual marketing è necessario che ogni professionista trasformi se stesso e la propria visione dei servizi.

La crescita proviene dall’approccio integrato che sa coniugare le tattiche del nuovo marketing con servizi completamente diversi.

Con l’intellectual marketing risultano più efficaci alcune tattiche, alcuni servizi, alcuni modelli di organizzazione e distribuzione del lavoro intellettuale. E allora perché usare le tattiche sbagliate con le tecniche giuste o viceversa?

venerdì 19 settembre 2008

Come funziona il cervello dei lettori quando decidono di leggere il tuo blog? (seconda parte)

Prima di dare seguito alla seconda parte di questo straordinario approfondimento sulla ricettività dell’old brain, voglio fare un appello di cuore al tuo senso di responsabilità.

Le tecniche e le strategie presentate oggi, non le trovi da nessuna parte. Non se ne parla in giro, semplicemente perché pochi esperti ne sono a conoscenza, ed è veramente pericoloso farle transitare in un contesto così amplificato e privo di controllo come quello di internet.

Sono informazioni di alta scuola e molto potenti. Per questo è necessario che vengano applicate secondo una rigida etica morale, altrimenti potrebbero prestarsi a un uso improprio.

Allora ti chiedo di servirtene con saggezza e di tenere a mente il principio di verità su cui si basa tutta la logica della WLG. Semmai avrò la capacità di insegnarti qualcosa, di trasferirti delle abilità comunicative che altri non hanno, ricorda sempre che il modo migliore di metterle in pratica è quello di aiutare gli altri, di comunicare al meglio quali vantaggi reali potrebbe ottenere chi acconsente.

Ti starai chiedendo perché ho deciso di divulgare queste informazioni, se poi ho timore che possano essere sfruttate per scopi poco etici. La risposta è strettamente legata al nuovo assetto editoriale di lavoro-casa.com, che fa della qualità altissima dei contenuti la sua regola fondante.

La WLG è una strategia molto seria che può cambiarti la vita. E non può essere sottovalutata o confusa con le centinaia di sciocchezze editoriali di cui è colma la rete. Così ho deciso di farti avere un’idea di quello che troverai nella nuova versione di lavoro-casa.

Bene! Ora torniamo all’oggetto di questo post.

Nell’articolo precedente abbiamo parlato della struttura tripartita del nostro cervello (rettiliano, emotivo, razionale). E abbiamo anche visto che a parere di autorevoli neuroscenziati è proprio l’old brain a prendere le decisioni più importanti.

Se questo è vero, dunque, la comunicazione wuellegistica (che pone il blog al centro del mondo) deve prendere a riferimento un linguaggio compatibile con la capacità ricettiva dell’old brain.

In parole povere, se vuoi sfruttare il tuo blog per condividere informazioni di qualità, o per promuovere la tua attività e i tuoi prodotti in modo efficace, allora devi rivolgerti al vero decision maker dei lettori, che è il cervello antico.

Per farlo, hai bisogno di conoscerlo, di sapere come reagisce agli stimoli. Ed è per questo che ho deciso di svelarti alcune tra le più potenti tecniche della comunicazione persuasiva attuata tramite blog.


Fai leva sulla sorpresa


Per avere un pubblico attento, e per mantenere vivo il suo interesse, molto spesso bisogna contravvenire alle aspettative; bisogna agire in senso contrario a ciò che le persone, intuitivamente, si aspettano.

Le sorprese attirano l’attenzione, come tutto ciò che è insolito o inaspettato. È come una sorta di comando manuale d’emergenza che si sovrappone ai dispositivi automatici di reazione quando, di fronte a qualcosa di inaspettato, questi ultimi falliscono. Tutto si blocca, le attività in corso vengono interrotte, la nostra attenzione si focalizza involontariamente sull’evento che ci ha sorpresi. E così lo prendiamo in considerazione.

L’old brain ha sempre a cuore la sua sicurezza. Per questo è attento, soprattutto quando si trova di fronte a qualcosa di insolito, che la sua guessing machine non è in grado di scrutare.

Ecco perché il modo migliore che hai per catturare l’attenzione dei tuoi lettori è quello di usare una titolazione che metta in allerta il cervello antico.

Se vuoi un consiglio, non fare le stesse cose inutili che fanno gli altri. E soprattutto non commettere l’errore di attribuire valore ad un modello di copywriting solo perché usato dal tuo idolo. Non solo perché ci sono innumerevoli fattori che fanno un’enorme differenza tra la tua offerta e quella del tuo personaggio del cuore (credibilità, fama, target etc.), ma anche perché molto spesso si tratta di modelli scarsi ed obsoleti.

Es. “Stai cercando un ebook che ti faccia guadagnare soldi?”. Prova tu stesso a fare una valutazione di questa headline. Secondo te, che senso ha usare il punto di domanda in una frase del genere? Chi potrebbe risponderti di “no”? E quanto tempo impiegherebbe il lettore a rispondere? Inoltre, se tu leggessi una cosa simile, ti aspetteresti o no che la soluzione ai tuoi problemi, guarda caso, è proprio quella che segue nella subheadline?

E un evento per essere sorprendente non può essere predicibile. La sorpresa è l’opposto della predicibilità.

Ogni giorno migliaia di potenziali clienti abbandonano siti del genere, perché non sono attratti dall'headline. Non subiscono l’effetto sorpresa.

Un grande esperto pubblicitario, David Ogilvy, diceva che se vendi degli estintori, è bene cominciare ad accendere il fuoco davanti ai tuoi potenziali clienti.


Fai leva sull’egocentrismo dell’old brain

Ti sembrerà strano, ma il cervello rettiliano pensa solo a se stesso. È un grande egoista che non ha alcun interesse o simpatia per ciò che non riguarda direttamente il suo benessere, la sua sopravvivenza, la sua riproduzione e la sua sicurezza.

Quindi, stai attento a quello che scrivi nei tuoi post, perché se la questione non è rivolta a lui in modo diretto, semplicemente non gliene frega niente.

E laddove un fatto possa trattenerlo o coinvolgerlo è solo perché magari è stato capace di attivare la sua parte emotiva o razionale. Una donna che si commuove di fronte ad una scena strappalacrime è stata coinvolta dai neuroni specchio che si trovano nella zona limbica del suo cervello emotivo. Un commercialista che legge i dati ISTAT, lo fa per motivi di lavoro (cervello razionale).

Come vedi, solo dopo che l’old brain si è accertato di essere al sicuro, permette agli altri due di prendere una decisione.

Il mio consiglio, in questo caso, è quello di usare il “Tu” per far si che i tuoi lettori si sentano proprietari della tua soluzione (proprio come sto facendo con te in questo momento). E non dimenticare di prospettare sempre i vantaggi che ne ricaveranno. L’old brain è un egoista ... e questo è il modo giusto per dialogarci!


Fai leva sui contrasti decisi

C’è un principio nella percezione umana, il principio di contrasto, che influisce sulla differenza che avvertiamo fra due cose presentate in successione. In altre parole, se il secondo stimolo differisce abbastanza dal primo, noi tendiamo a vederlo più diverso ancora di quanto non sia in realtà. Così, se solleviamo prima un oggetto leggero e poi uno pesante, questo ci sembrerà più pesante di quanto ci sembrerebbe se l’avessimo sollevato per primo.

L’old brain è molto sensibile ai contrasti come prima/dopo, con/senza, bianco/nero, bello/brutto etc.. La presenza di un contrasto gli permette di prendere delle decisioni veloci, senza rischio.

Il contrasto è un acceleratore di credibilità e di giudizio. Se stai parlando con una bella donna ad una festa e poi se ne aggiunge un’altra che bella non è, questa ti sembrerà più brutta di quello che è veramente.

Capito la potenza di questo principio? Usalo con saggezza nei tuoi post (con le immagini, ad esempio) e vedrai quali risultati strepitosi ti aspettano.


Fai leva sulla concretezza

La differenza che esiste tra un’affermazione concreta ed una astratta è la stessa che esiste tra una nuvola di fumo (inafferrabile) ed un sasso (prendibile e misurabile). L’old brain è concreto e ricerca continuamente ciò che gli è familiare e gli risulta amichevole, ciò che può essere riconosciuto velocemente, ciò che è concreto ed immutabile.

Facciamo un esempio. Se intendi promuovere dei contenuti afferenti al search engine optimization, e scrivi un’headline del tipo: “Vuoi scoprire le tecniche più efficaci per ottimizzare il tuo posizionamento sul web?”, hai formulato una domanda non concreta.

Se invece scrivi “Quali tecniche ti permettono di vederti primo su Google in meno di 24 ore?”. Non solo sei stato concreto (primo su Google, meno di 24 ore), ma hai anche usato una tecnica di apertura della domanda che spinge il lettore a cercare una risposta che va oltre il semplice “si” o “no”.

Come si giudica “concreta una cosa”? Se si può esaminarla con i propri sensi, è concreta. Una torta di mele è concreta, perché il lettore riesce a rappresentarla nella sua mente (con la percezione visiva, gustativa, olfattiva etc.). Un progetto ad alto rendimento è astratto. Perché non aiuta (da solo) a comprendere il messaggio.

Quali tecniche ti permettono di vederti primo su Google in meno di 24 ore?” è molto concreto, perché ti fa immaginare fisicamente davanti ai tuoi occhi il risultato di ricerca (memoria visiva) e il tempo che serve (memoria cinestesica).

Il linguaggio concreto aiuta le persone a comprendere concetti nuovi. L’astrazione è un lusso per esperti. Ma se vuoi fare presa sui tuoi lettori che non conosci e non sei certo di quello che sanno, l’unico linguaggio sicuro è quello della concretezza.


Fai leva sull’inizio e sulla fine

Hai mai partecipato ad un seminario o ad un convegno dal vivo? Se si, sono certo che mi darai ragione sul fatto che molte delle cose dette nel momento centrale dell’evento non le hai memorizzate, e che la tua attenzione massima l’hai avuta solo all’inizio e alla fine.

Il cervello rettiliano ricorda solo questi due momenti. Tutto quello che sta al centro semplicemente lo dimentica.

Allora perché perdere tempo a scrivere premesse inutili? Il mio consiglio è di usare la tecnica giornalistica della piramide capovolta. Dai subito la notizia più importante nelle prime 4 righe del tuo post, per poi riprenderla alla fine, quando la curva di attenzione dell’old brain tende a risalire.

Non sprecare delle informazioni preziose esponendole in un momento inopportuno. Per i dettagli hai tempo. Ma per fare una prima buona impressione hai pochissimi secondi. L’old brain è rapido nel giudicare e nel riconoscere una potenziale minaccia. Una volta espresso il suo giudizio, per è davvero difficile che possa modificare l’impressione ricevuta.


Fai leva sulle immagini

La memoria visiva è la parte più reattiva dell’old brain. Si tratta della capacità della mente di comunicare (apprendere, condividere, trasmettere, informare ecc.) per mezzo delle immagini. Non è solo una questione fisica, di ciò che si vede, ma anche un processo di associazione molto potente che crea nella mente umana delle strutture di significato, delle mappe (come dicono gli esperti della PNL) a cui si fanno corrispondere contenuti e caratteristiche non visibili.
Ad esempio, una persona di bell’aspetto esprime un’immagine positiva che va al di là dell’estetica, perché è stato ampiamente dimostrato dagli studi psico-sociali che il bello equivale a buono.

Robert Cialdini, famoso psicoterapeuta americano, parla di effetto alone, che si ha quando una singola caratteristica di una persona domina la percezione che gli altri hanno di lei, anche riguardo ad altri aspetti. Così alle persone di bella presenza si attribuiscono automaticamente altre caratteristiche come il talento, la gentilezza, l’onestà e l’intelligenza.

Sono meccanismi automatici che creano contenuto di memoria in base a ciò che si vede. Il processo è tutto sensoriale, perché la vista è un senso, e quello che viene immagazzinato in questo modo rimane nel tempo.

Ok! Per il momento mi fermo. Ci sono ancora numerose tecniche per arrivare direttamente all’old brain. Ma ne parleremo molto più diffusamente non appena sarà online il nuovo sito/blog di lavoro-casa.com.

Spero di averti fornito delle informazioni utili e di qualità.
A presto!

giovedì 18 settembre 2008

Come funziona il cervello dei lettori quando decidono di leggere il tuo blog? (prima parte)

Ti è mai capitato di scrivere un post davvero interessante e di scoprire che quasi nessuno se n’è curato? Magari sei stato anche molto attento alla titolazione, usando tecniche di copywriting che in teoria avrebbero dovuto catturare l’attenzione del navigatore, ma che alla fine non hanno sortito alcun effetto.

Vuoi sapere una cosa? Anche i migliori blogger vivono di tanto in tanto questa situazione paradossale.

Bloggare in modo efficace oggi è sempre più difficile:

- i navigatori sono meglio informati;
- la concorrenza tra i blogger è cresciuta in maniera spaventosa;
- i cicli di acquisizione dell’informazione si sono complicati;
- la resistenza alle titolazioni strategiche e ad effetto è molto più elevata.

Fortunatamente, conoscere le tecniche della WLG ti aiuterà ad aumentare l’efficacia dei tuoi messaggi e, con essa, l’indice di leggibilità dei tuoi articoli. Avrai maggiori profitti, se il tuo blogging è finalizzato alla vendita, o più lettori fidelizzati, se ti piace semplicemente condividere e scambiare le tue informazioni con gli altri.

Ma prima devi capire una cosa: nessuna strategia di comunicazione, per quanto elaborata, potrà mai funzionare se parte dal presupposto sbagliato di abbindolare le persone.

Lo schema truffaldino, a cui si ispira gran parte della nuova generazione degli internet marketer, non solo – se vogliamo - è stato già neutralizzato da quella sorta di guessing machine che la mente umana è in grado di costruire di fronte a modelli ripetuti, ma rende il tuo approccio immediatamente scadente.

Mirare ad una sorpresa di grande impatto nel titolo, ad esempio, e non avere un contenuto altrettanto sorprendente, crea solo una grande disillusione. Alla fine passi per uno che usa espedienti e stratagemmi. E le persone non avranno più interesse a leggerti.

Fidati, è meglio se costruisci il tuo messaggio sulla verità!

Ma ora vediamo cosa suggerisce di fare la WLG per rendere le tue informazioni leggibili ed interessanti.


La fase mnesica


Prima di tutto devi sapere che ogni tuo lettore umano è dotato di una formidabile capacità di apprendere. Questo significa che quando legge per la prima volta un’informazione, egli può decidere di impararla, ovvero, di acquisirla, processarla e archiviarla in una determinata zona del cervello.

L’apprendimento, che si realizza nella cosiddetta fase mnesica, è un procedimento affascinante, di sicuro molto più complesso di quello che appare, che non sempre però viene attivato. Soltanto una piccola parte degli eventi, dei pensieri, delle azioni che si verificano durante la giornata viene filtrata dal cervello ed immagazzinata nella memoria.

Attenzione, perché questo è uno dei punti più importanti per la comunicazione wuellegistica. Sapere in anticipo quali informazioni il lettore deciderà di imparare e, quindi, di sottoporre al processo mnesico, significa avere un vantaggio enorme sulla concorrenza che eroga informazioni indiscriminatamente.

Ma si può realmente monitorare questa fase? Forse no, ma di certo si possono accorciare le distanze tra la percezione e la possibile acquisizione.

Nell’uomo la memoria assurge al ruolo di facoltà che integra insieme i pensieri, sentimenti ed esperienze portandoli alla consapevolezza della coscienza e grazie alla quale si riallaccia al passato e si proietta nel futuro in una continuità mentale senza interruzione.

Vuol dire che l’apprendimento è “probabile” quando l’informazione raggiunge tout court il nucleo centrale della memoria, l’old brain, il cervello rettiliano (o omeostatico).


La struttura tripartita del cervello

Siamo stati abituati a pensare al nostro cervello come un insieme di due emisferi: quello destro (emozionale, creativo etc.) e quello sinistro (razionale, logico etc.). Negli ultimi anni invece è stato scoperto che la materia grigia si sviluppa anche su una specie di struttura concentrica.

Sono tre parti distinte che funzionano ciascuna come organi separati, con una struttura cellulare e delle funzioni differenti. Anche se queste tre parti del cervello comunicano tra di loro, ciascuna di esse ha una funzione specifica. Ma vediamo di cosa si tratta.


Cervello omeostatico

È la struttura primaria del cervello. Si trova al tronco dell’encefalo, all’ipotalamo e ai nuclei della base. Si tratta del cervello più antico tra gli esseri viventi (old brain) e per questo prende il nome di cervello rettiliano. Compare a partire dai rettili e dai pesci e si occupa della regolazione delle attività finalizzate alla conservazione del sé e della specie, quali ad esempio l’alimentazione, la regolazione termica, il ciclo sonno-veglia e la sessualità. Per questi suoi compiti regolatori della omeostasi, il cervello rettiliano viene anche denominato omeostatico.

Più avanti ti farò vedere come sia proprio questo tipo di cervello a prendere le decisioni e ad essere per questo il soggetto meglio deputato alla ricezione dei tuoi messaggi.


Il cervello emotivo

È il cervello intermedio (middle brain), quello che elabora le emozioni e i sentimenti profondi. In quest’area gli scienziati distinguono la zona limbica delle emozioni semplici (rabbia, felicità, disgusto, tristezza, paura e sorpresa), dalla zona paralimbica delle emozioni complesse, che sono una sorta di sentimento derivato dalla combinazione di più emozioni semplici (es. la vergogna, l’orgoglio, l’amore etc.).

L’empatia e i neuroni specchio


Riguardo al cervello emotivo va detto che in alcune strutture del sistema limbico sono state identificate delle cellule in grado di attivarsi sia quando l’uomo intenzionalmente compie una determinata azione, sia quando la vede eseguire dagli altri. In tal modo, quando una persona osserva un gesto compiuto da un’altra persona si attivano nel suo cervello le aree deputate all’esecuzione dello stesso gesto.

Per questa loro proprietà di riflettere le intenzioni altrui, tali cellule sono state chiamate “neuroni specchio”.

Sono i neuroni dell’empatia, che permettono di comprendere l’intenzionalità dell’agire altrui attraverso un’incorporazione delle azioni e delle emozioni dell’altro in sé.

È stato infatti messo in evidenza come in modo simile alle azioni, anche le emozioni degli altri “si rispecchiano” dentro ognuno di noi, per cui ad esempio l’atto di percepire il dolore o il disgusto altrui attiva le stesse aree della corteccia cerebrale che si attiva quando anche noi proviamo dolore o disgusto.

Ora capisci a quali livelli opera la WLG?


Cervello razionale

È quello che ci distingue dalle formiche, che rende l’uomo un homo sapiens. È il new brain che pensa, elabora i dati razionali e condivide le sue deduzioni con gli altri due cervelli. È la zona più evoluta. Teoricamente dovrebbe governare sia quello rettiliano che quello emotivo. Ma spesso succede che è proprio il cervello razionale ad essere controllato e gestito.

Pensa ad una persona che soffre per un amore impossibile. Non aprirà il suo cuore ai saggi consigli del cervello razionale e bloccherà anche le attività del cervello omeostatico, non mangiando e non dormendo.


Chi comanda?

Gli scienziati di tutto il mondo (Robert Ornstein, Antonio Damasco, Michael Tomasello, Bert Decker, Daniel Goleman, Joseph LeDoux etc.) sostengono che sia l’old brain, il cervello antico, a prendere le decisioni più importanti, perché la sua unica preoccupazione è quella di sopravvivere.

Bene. A questo punto non ci resta che capire come si può raggiungere l’old brain, visto che è lui il vero decision maker.

Secondo Patrick Renvoisè e Christophe Morin, autori di un libro straordinario, dal titolo “Neuro Marketing – Il nervo della vendita”, il nostro cervellone giurassico, oltre a processare le informazioni provenienti dal cervello razionale e da quello emotivo, risponde e si attiva a fronte di sei stimoli molto specifici che, quando sono ben utilizzati, permettono di avere un linguaggio che egli solo comprende.

Ecco, di seguito, quali sono i sei stimoli ... (a domani per la seconda parte di questo post).

martedì 16 settembre 2008

Libertà, Etica ed Economia della Saggezza

Ci può essere maggiore soddisfazione di quella derivante dal fatto di avere reso più libertà a se stesso e agli altri?

Dare libertà in cambio di libertà è il modello di transazione più elevato che esiste. Quando tutti gli uomini impareranno ad avere solo la moneta della propria indipendenza, allora lo sviluppo sarà davvero verso la strada del compimento.

Col passare degli anni mi sono reso conto che la ricchezza che adora se stessa non sarà mai un reale mezzo di crescita. Avere più soldi e compiacersene solo per l’entità numerica che assumono sull’estratto conto, non è il massimo dei piaceri della vita. Avere più soldi per potersi concedere il tempo di vivere meglio, per leggere, per imparare, per viaggiare, per aiutare se stessi e gli altri a raggiungere obiettivi di benessere concreto (per condividere), allora sì. Questo potrebbe essere davvero più piacevole.

Tutti noi dovremmo fare ammenda dei comportamenti egoistici, ispirati solo dall’istinto di un inutile accumulo. I soldi servono per vivere bene, ma al di là delle necessità c’è una dimensione di benessere superiore cui non si accede col danaro.

Per i più giovani forse tutto questo ha poco senso. Anche perché la vita di ognuno è fatta di molteplici livelli di incompetenza che, come una scala che porta verso l’alto, presuppone un cammino duraturo e impegnativo.

I primi passi nel mondo del lavoro sono dettati dal bisogno di affermazione e di realizzazione del proprio “ambiente di sicurezza”. Sono i primi gradini della scala, dove la visione è ancora limitata dalla pochezza del “vissuto”, dell’esperienza e delle informazioni acquisite.

A che punto l’ambiente è sicuro? A che punto ciascuno può decidere di orientarsi verso il benessere superiore? I giovani non lo sanno. Non vedono ancora le meraviglie allocate sui gradini più alti dello scalone della vita. E per questo non riescono a calibrare lo sforzo.

La felicità è una condizione che preesiste agli uomini nella natura, come l’acqua, il sole e le straordinarie magnificenze del cielo e della terra. Il problema è che non tutti la vedono, perché non sono focalizzati su di essa. Non la cercano, non la scorgono, non è quello che vogliono realmente.

La felicità non è una creazione, ma una scoperta dell’uomo. Per questo, non occorre combinare gli elementi per averla, ma semplicemente pensarla.

Il pensiero sprigiona delle forze incredibili. Sensibilizza la mente verso tutto ciò che indica la felicità in quanto tale. Diventa un richiamo irresistibile al piacere che ogni cosa di questo mondo può dare per il semplice fatto di esistere.

Queste lo dico perché io stesso cambio ogni giorno la mia visione. E se qualche tempo fa davo credito alle teorie del “risultato economico a tutti i costi”, oggi credo fermamente che la migliore cosa da fare sia quella di avere un’etica basata sui valori della libertà e della mutua corresponsione. Dare senza pretese è la migliore strategia di crescita. Anzi, è l’antistrategia del disastro.

Non bisogna temere il cambiamento. Sentire l’urgenza di modificare il tiro delle proprie azioni non è incoerenza, ma sviluppo del proprio “sé” intellettivo. Significa che le nuove esperienze hanno cambiato l’assetto percettivo, e ciò che prima appariva in un certo modo, oggi sembra diverso.

È il discorso del “Panta rei” di Eraclito. «Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.».

Tutto scorre, dunque, e tutto cambia agli occhi dell’uomo. È fortunato colui che ha vissuto tanto da saper cambiare insieme alla sua percezione. La bella notizia è che si può vivere tanto ogni giorno.

Voglio chiudere questo post con un breve passo della pregevole opera “Economia della Saggezza” - di un autore straordinario che vi farò conoscere insieme alla nuova versione (wuellegistica) di lavoro-casa – estratto dal capitolo che tratta della collaborazione e che valorizza e condivide la logica dell’open source:

“...dall’osservazione dei metodi della peer production si desume che la cooperazione comporta benefici, che la saggezza del confronto cooperativo, l’umiltà collaborativa, costituisce vantaggio enorme per le imprese d’ogni ambito e per la socialità connessa transnazionale, a partire dal dinamismo aziendale dell’information technology.

Fermezza e flessibilità, idealismo e realismo, rigore e saggezza sono considerabili variabili sincrone del mondo economico; talune come invarianti concrete; altre fungibili e dunque componibili nel telaio della globalità.
Avvalersene solo parzialmente può considerarsi opzione o obbligo?
L’assunto del quesito problematico è: si può scegliere un costume economico-sociale sprovvisto di saggezza?
«E’ invulnerabile non ciò che viene colpito, ma ciò che non è danneggiato» pronuncia la saggezza buddhista.
L’umana interiore condizione è pressoché sovrana nel determinare la qualità della propria regola esteriore
.”

domenica 14 settembre 2008

Dal minisito al wuellegismo. Ecco come cambia la struttura editoriale di lavoro-casa.com


I primi tempi lavoro-casa.com era un minisito. Fra qualche giorno sarà il primo modello di WLG.

Io e il mio super programmatore Jepy ci stiamo lavorando già da qualche settimana. Lavoro-casa.com si trasforma e compie un passo davvero importante verso una nuova struttura editoriale di tipo wuellegistico. Cosa significa? Significa che la WLG avrà una sua prima e concreta rappresentazione nel mondo del web.

Quello che negli ultimi mesi si è rivelato come un modello straordinario di comunicazione e di business, e che ho cercato di codificare attraverso lo studio delle sue componenti principali, sparse qua e là nei siti della Carlo D’Angiò Communication, fra qualche giorno si manifesterà senza trucchi.

La Web Log Globe per la prima volta vedrà la luce nella forma di un progetto unitario e organico. Non sto parlando di informazioni o di spiegazioni, ma più concretamente della WLG stessa applicata al business di lavoro-casa.com.

Ecco le principali novità.

NO SITE
Coerentemente con tutto quello che dico nei miei percorsi formativi (eBook. Seminari, Coaching etc.), il sito non farà più parte dell’armamentario strategico di lavoro-casa.com.

La maggior parte degli operatori usa un approccio standardizzato di web marketing con l’indirizzamento verso il sito (drive to site) tramite banner o ADS, e scoprono molto presto che i costi di acquisizione dei clienti sono molto più elevati di quelli sperati.

Il modello dominante di commercio elettronico, il sito web di destinazione (ancora usato anche da alcuni rinomati pionieri del nuovo internet marketing), semplicemente non risponde alle esigenze della maggior parte dei consumatori.

Perché un sito del genere possa avere un senso economico, deve attrarre visite ripetute, e con ogni contatto conseguire un incremento delle informazioni possedute sull’utente e di informazioni in grado di fornire una migliore profilazione del consumatore.

Per raggiungere questi risultati occorrono molteplici abilità tecniche e di marketing. Si possono acquisire, certo, ma la WLG ti permette di ottenere anche di più senza passare le ore a studiare i migliori tag di indicizzazione.


UNA MISSION CHIARA E CONDIVISA

Lavoro-casa.com è diventato un punto di riferimento per molti. Più di 12.000 persone ogni mese arrivano sulle nostre pagine e circa 4.000 sono i lettori di questo blog. Il risultato è strabiliante, ma non sono soddisfatto, perché mi sono reso conto che si può fare molto di più. Come? Definendo una mission chiara e condivisa.

La gente ha bisogno di lavorare di meno e di godersi di più la vita, di trascorrere più tempo con la famiglia e dedicare maggiore spazio alle passioni. Ma non per questo deve rinunciare alla serenità e all’indipendenza economica. Si può avere più libertà senza rinunciare alla carriera e ai soldi? Certo, grazie a internet si può avere una vita del genere, proprio come la mia.

Ecco dunque la nuova mission di lavoro-casa.com: insegnare alle persone a fare quello che faccio io, ovvero, aiutarle realmente ad usare internet e la tecnologia correlata per essere più libere dal lavoro e per godersi di più la vita che è una cosa meravigliosa.


QUALITÀ DELL’INFORMAZIONE

Ho deciso di alzare la posta, di aumentare il passo. Ho deciso di dare ai miei lettori informazioni di qualità esclusiva. Sono stanco di vedere lo scempio che si sta compiendo oggi sulla rete. Informazioni copiate e poi riproposte al mercato senza avere nemmeno il contegno di cambiare lo stile dell’impaginazione.

Se gli eBook rappresentano l’innovazione del formato, i contenuti che hanno di certo non rappresentano la dignità della classica produzione editoriale.

Ecco perché con il wuellegismo e con la nuova struttura di lavoro-casa.com, che nei prossimi giorni sarà online, verranno rese disponibili informazioni che altri normalmente danno a pagamento. Ma soprattutto saranno svelate quelle conoscenze tecniche che permettono ad ogni operatore di mettere in pratica quello che hanno imparato.

Gli eBook, i teleseminari e gli altri infoprodotti presenti sul mercato online aumentano un sapere che il più delle volte non viene usato per migliorare la nostra realtà. C’è una grande differenza tra il sapere ed il saper fare. È come un copywriter che ti suggerisce di usare una titolazione con il punto di domanda, e poi non ti fa vedere in pratica come si formula una domanda pertinente che sappia attirare l’attenzione del lettore.

Ci perderò anche io qualcosa in termini di business, ma non importa, perché sono certo che questa nuova strategia alla lunga mi darà ragione e farà piazza pulita dei ciarlatani del web.


IL BLOG DI LAVORO-CASA COME LUOGO DI TUTTI

Il blog di lavoro-casa.com diventerà uno straordinario trampolino di lancio per tutti quelli che, in linea con la mission e con la qualità, avranno da offrire informazioni interessanti. In altre parole, i lettori potranno attivarsi un profilo da publisher e scrivere articoli con i propri backlink. Ne riceveranno un grandissimo beneficio in termini di visibilità e di link popularity, perché ogni post sarà automaticamente notificato a tutta la lista di lavoro-casa.com.



IL COPYWRITING WUELLEGISTICO

È evidente che il nuovo modello di infobusiness, non solo per questioni di format, dovrà avvalersi di nuovi schemi di copy. Quelli triti e ritriti da una certa generazione di scrittori della pubblicità oggi lasciano veramente il tempo che trovano. La gente ha capito di avere a che fare con dei personaggi che tutt’al più tentano di manipolare la volontà dei lettori. Basta dare uno sguardo alle cosiddette landing page per capire di cosa sto parlando. Sono tutte uguali e tutte scioccamente megalomani.

Il problema di queste lettere di vendita è che sono false. Il copywriting vecchio stile è falso, perché lavora su schemi che sono molto simili a degli intrugli elucubrativi. Frasi ad effetto, aggettivazioni a iosa e ... stravolgimento totale della grammatica italiana.

Il copywriting wuellegistico, invece, parte da un punto stabile, ma diametralmente opposto: la verità. Dire la verità prima di tutto. La bella notizia è che ci sono tecniche di scrittura molto potenti che sfruttano solo il principio della verità per vendere. Le vedremo insieme fra qualche giorno.


E TANTO ALTRO ANCORA

Ci saranno altre incredibili novità nel nuovo lavoro-casa.com. Ad esempio, non avrete più problemi di programmazione, di script difficili o di impaginazione, perché sia Jepy, il mio programmatore, che altri collaboratori interni ed esterni, saranno a disposizione dei lettori con uno spazio dedicato. Ma per adesso non aggiungo altro.

Tenetevi sintonizzati, perché a breve vi presento il nuovo lavoro-casa.com.

venerdì 12 settembre 2008

Una teleconferenza senza precedenti: da Robin Good alla regolarizzazione fiscale degli infomarketer

Ottima teleconferenza quella che si è tenuta ieri sera nella sala di Billico Marketing.

Robin Good

C’è stato anche Robin Good che ha parlato a lungo del blog e dell’importanza di questo straordinario strumento di comunicazione, a conferma che la WLG, su cui si basa il percorso formativo dell’Accademia del Nuovo Lavoro Intellettuale, è una tecnica da avere a tutti i costi nel proprio armamentario strategico.

Ma il suo intervento più interessante è stato di sicuro quello sul metodo “mantra”, ovvero, su come scegliere le immagini a corredo degli articoli sul blog.

La questione è davvero rilevante se si considera che le “big picture” hanno una potenza comunicativa 25 volte superiore a quella delle parole. Lo confermano i neuroscenziati dell’Istituto di ricerca presso la New York City University, che hanno mostrato che di tutti i nostri sensi quello visivo raggiunge l’old brain (il cervello rettile, quello che fa prendere le decisioni sulle azioni da compiere) nel modo più veloce.

Qualità degli infoprodotti

Ma andiamo oltre. Nella seconda metà del meeting mi è stato possibile sollevare un paio di questioni niente male. La prima sulla qualità degli infoprodotti che circolano e sull’opportunità che alla base di ogni business ci sia un background di conoscenze utili a migliorare davvero la vita degli altri. In altre parole, al banno le scopiazzature. Una cosa è studiare il pensiero degli altri e commentarlo, un'altra cosa è plagiare le opere. Il mercato ne risente e non fa bene a nessuno promuovere una cultura dell’approssimazione e del qualunquismo, dove tutti si sentono legittimati a replicare informazione senza stile, originalità e sostanza.

Lodevole a questo punto l’intervento di Alex Billico, che ha saputo sfatare il mito del “guadagnare soldi senza fare niente”. I processi e le entrate si possono automatizzare, ma dietro c’è un grande lavoro da fare ogni giorno.

Etica dell’infomarketing e regolarizzazione fiscale

La seconda questione che ho sollevato e che non ha suscitato proprio la felicità di tutti, riguarda l’etica dell’infomarketing e la regolarizzazione fiscale degli addetti ai lavori.

Già da tempo sono stato sollecitato a scrivere un eBook sull’argomento, anche perché c’è la tendenza paradossale a sottovalutare una questione così importante. Internet può essere davvero un’esperienza straordinaria che ti cambia la vita, ma se ignori le regole giuridiche che stanno alla base di ogni attività economica, rischi di trasformarla in un vero e proprio incubo.

A breve una teleconferenza sull’inquadramento degli infomarketer

E per questo ho chiesto ad Alex Billico di calendarizzare una teleconferenza specifica sull’inquadramento giuridico e fiscale degli infomarketer. Cercheremo una volta per tutte di fare chiarezza sull’argomento.

Il mio appello alla responsabilità delle informazioni è andato ai principali protagonisti dell’Internet Marketing italiano. Siate consapevoli del fatto che la gente vi segue con interesse e che ogni vostro insegnamento non può fare a meno di trasferire una cultura della legalità e della correttezza. Sempre!

So che Alex sta già lavorando al post produzione dell’MP3 della teleconferenza. Credo che in 6/7 giorni sarà possibile scaricarla e ascoltare tutto quello di cui abbiamo parlato.

Nei prossimi giorni saprò darvi informazioni più dettagliate.

giovedì 11 settembre 2008

Acquisire clienti con l’Intellectual Marketing


Lo scopo di ogni libero professionista è quello di avere un certo numero di clienti importanti.

Se sei un giovane avvocato esperto in diritto tributario, desideri certamente avere nel tuo studio i migliori fascicoli sulle questioni erariali. Aziende di prim’ordine che hanno subito controlli fiscali e che ora hanno bisogno di qualcuno “bravo” che le tuteli sia al cospetto delle Commissioni Tributarie che dinanzi alla Corte di Cassazione, per il terzo grado di giudizio.

Se sei un architetto, hai un solo obiettivo: ricevere incarichi prestigiosi da committenti prestigiosi. Ad esempio, allestire la scenografia di un evento importante (fiere, sfilate etc.), oppure progettare la ristrutturazione estetica di un palazzo storico, oltre che arredare locali influenti e molto frequentati da un certo tipo di pubblico.

Quello che voglio dire è che la spinta motivazionale di un giovane professionista non è strutturata tout court sul mero guadagno. Almeno non lo è in modo diretto. I soldi servono, e nessun professionista lavora per la gloria. Ma quello che conta più di tutto, nelle start up professionali, è acquisire clienti, meglio ancora se importanti.

Oggi parleremo proprio di questo, delle poderose strategie di acquisizione clienti dell’Intellectual Marketing e della scioccante tecnica della WLG (Web Log Globe), fatta su misura per i professionisti che vogliono trasferire online il proprio giro d’affari.

Chi mi segue da tempo sa che il mio mercato di riferimento è internet. Ed è facile capire che la WLG non ha niente a che vedere con il mercato tradizionale delle libere professioni. Ma questo non deve preoccupare talune categorie che per la natura del proprio servizio si sentono tagliate fuori.

È il caso dei commercialisti e dei consulenti aziendali che credono di avere una competenza non compatibile con la domanda che nasce online.

È sbagliato pensarlo!

Internet è il luogo dove la maggior parte delle persone cerca informazioni. E di certo la popolazione dei navigatori si compone di svariate tipologie di utenti, tante quante sono quelle che generano scambi nei mercati tradizionali; dall’adolescente in cerca dell’ultima suoneria, all’amministratore delegato con problemi di controllo di gestione.


E in un luogo del genere, dove ogni giorno circolano più di 500 milioni di persone, il segreto numero uno per affermarsi e per avere successo sta nel rendersi visibili.

La WLG punta a questo. Farsi trovare dagli utenti targhettizzati proprio nel momento in cui questi stanno cercando le informazioni che hai da offrire.

Il consulente del lavoro che crede di non poter acquisire e gestire un portfolio clienti online, non sa che invece è proprio su internet che si annidano le migliori opportunità di crescita professionale ed economica. Per coglierle basta spostare di poco il proprio focus attentivo. Prendere in considerazione, cioè, alcune quote di mercato trascurate abitualmente.

Un esempio valido può essere quello dei lavoratori cessati dal rapporto, che cercano online informazioni sul TFR (Trattamento di fine rapporto). Dalle statistiche di Google, risultano circa 2000 ricerche ogni mese su quest’argomento.

Ora, farsi trovare online con un servizio automatizzato sul calcolo del TFR significa andarsi a prendere una quota significativa di domanda, che oltre a generare entrate automatiche (soldi che entrano mentre sei impegnato a fare altre cose), crea l’indotto magico per nuove offerte.

Uno psicologo che voglia affermarsi sul mercato ed acquisire una vasta clientela, non deve per forza spostarsi nei centri ad alta densità demografica, e non deve nemmeno spendere migliaia di euro per allestire uno studio accogliente e professionale.

Gli basteranno un computer, un ADSL e Skype. E poi scrivere una miniguida su un argomento specifico (l’ansia, ad esempio) e darla in omaggio online a tutti quelli che si iscrivono alla mailing list.

Con la WLG e con l’Intellectual Marketing, operazioni di questo tipo danno luogo facilmente a liste copiose, formate da migliaia di utenti che dopo avere letto la miniguida saranno portati a chiamare lo psicologo e ad avvalersi delle sue terapie.

È il blog lo strumento più semplice e più potente per acquisire clienti. Non devi fare altro che scrivere quello che sai, dare le informazioni di tua competenza e metterle sotto la luce migliore. Al resto ci pensano i motori di ricerca e l’Intellectual Marketing.

mercoledì 10 settembre 2008

Domani è il giorno ideale per cominciare a fare business online. Leggi... e scoprirai il perché!

Da quando ho chiuso lo studio di Consulenza del Lavoro per occuparmi solo ed esclusivamente del mio business online, c’è un via vai di colleghi ed amici che vengono a trovarmi per cercare di capire i motivi di questa mia scelta a sorpresa.

Del resto, non capita tutti i giorni che uno studio professionale affermato e autorevole come il mio, in una città – Mondragone – nella quale sono stato io ad introdurre questa professione e ad insegnarla a decine di giovani che oggi esercitano sul territorio, decida ex abrupto di scomparire dalla scena.

Ci vuole coraggio, certo, ma anche un pizzico di esagerata intraprendenza mista ad un tocco di follia pura.

Tutti mi raccontano di come sia diventato difficile lavorare in un mercato così sofferente, ma nessuno ha il coraggio di cambiare le cose.

Conosco colleghi, con più di 30 anni di professione alle spalle, che sono costretti a chiedere prestiti alle banche per pagare i debiti accumulati nel corso degli anni, e che pur di salvare “la faccia” – non capisco perché – si prestano a fare un doppio lavoro. E con i soldi che ricavano dal secondo lavoro, pagano le spese del primo. Dicono che lo studio, in qualunque caso, deve rimanere “aperto”, perché è un fiore all’occhiello.

Io dico che questo fiore all’occhiello oggi è solo un fiore secco ... e per giunta velenoso! Proprio così, perché alla lunga ti fa morire.

Come è successo un anno fa al mio amico e collega Giggino. Era a casa con la sua famiglia. Si è ritrovato a terra, stroncato da un infarto. Lavorava tantissimo, eppure si lamentava sempre di questa libera professione che tutto è, tranne che una professione libera.

Ci vuole coraggio? Certo che ci vuole. Se fai quello che hai sempre fatto, ottieni quello che hai sempre ottenuto. Allora devi avere il coraggio di seguire il tuo cuore e la tua intuizione. Ti indicheranno la strada da percorrere. Tutto il resto è secondario.

Steve Jobs, fondatore ed amministratore della Apple, in un famoso discorso fatto nel 2005 all’Università di Stanford, disse: Stay hungry. Stay foolish! Siate affamati, siate folli!

Io dico che è proprio vero! Perché è successo proprio a me. Ho cambiato la mia vita e ne sono felice. E ai colleghi ed amici che vengono a trovarmi per cercare di capire i motivi di questa mia scelta a sorpresa, io parlo di internet e della sua potenza. Parlo del fatto che puoi lavorare da casa e fare business col mondo intero. Di come puoi vivere di rendite online e automatizzare ogni cosa in modo da stare più tempo con la famiglia e con i figli.

All’inizio sono curiosi, poi diventano interessati. Alla fine mi chiamano ogni giorno per avere dei consigli su come sviluppare un’idea di successo e metterla online.

Agli imprenditori suggerisco di non perdersi il seminario che terrò a Bologna il 18 ottobre di quest’anno.

Ai laureati e ai professionisti suggerisco di leggere prima “Come Diventare Ricchi subito dopo la Laurea” e poi di iscriversi all’Accademia del Nuovo Lavoro Intellettuale.

Ad entrambi suggerisco di non mancare ad un evento straordinario organizzato da Alex Billico di Billico Marketing che si terrà giovedì sera. È la prima teleconferenza gratuita dove interverranno più di 30 tra autori ed infomarketer, gente che lavora in internet e che ha davvero tanto da insegnare.

Come dice Alex, si parlerà anche della regolamentazione del mercato degli Ebook e degli Infoprodotti, si parlerà di moltissime cose che la gente in questi mesi ha richiesto. Insomma una Teleconferenza che aprirà gli occhi a molte persone che si stanno affacciando al Mercato Online e hanno paura di come affrontarlo.

Clicca qui per avere un posto alla teleconferenza. Ti consiglio di affrettarti, perché le richieste sono numerose e dopo aver raggiunto un certo numero Alex sarà costretto a chiudere le iscrizioni.

Ci saranno anche degli ospiti straordinari a sorpresa, e credimi, non capita tutti i giorni di poterli ascoltare.

domenica 7 settembre 2008

Se l’editore pubblica gli eBook, io autore posso pubblicare il cartaceo?

Meno di un mese fa su questo blog mi sono occupato della questione editoriale degli infoprodotti, con un post - “Autoproduzione o contratto editoriale?” - che ha fatto discutere e che ha spinto molti autori a scrivermi in privato per avere maggiori chiarimenti.

Ad oggi, sul tavolo ci sono diversi argomenti: si va da quelli più scontati e soggettivi, come la disillusione di chi sperava di fare il botto e di cambiare vita (e qui ci sono tutti i motivi del mio primo post), a quelli più tecnici sulle clausole vessatorie (a favore dell’editore), sull’esclusiva, sull’efficacia regolativa dei contratti di edizione online rispetto al canale tradizionale dei libri cartacei etc..

Ho dovuto faticare un po’ per mettere ordine a quest’articolo. E di certo non ho potuto seguire lo schema della piramide capovolta per dare un’informazione rapida, concreta ed efficace. Ma vediamo insieme cosa ne è venuto fuori.

Cominciamo da uno degli ultimi commenti al famoso post della discordia, quello pervenuto in forma anonima in data 4 settembre 2008. Qui il testo integrale:

Ciao a tutti, e complimenti per le costruttive riflessioni da voi esposte.
Ho da poco scritto un ebook, che uscirà prossimamente con il mio editore.
Vorrei porre una domanda sulla possibilità dal punto di vista contrattuale di lasciare all'editore i diritti per la pubblicazione digitale (appunto gli ebook) ed all'autore la commercializzazione cartacea classica.
Nello specifico il mio contratto non fa alcuna menzione, o meglio divieto di questa possibilità, ma seconde te Carlo, è possibile per me curare la commercializzazione nel formato tradizionale?

P.S. Il mio ebook tratta un argomento molto tecnico per il settore immobiliare, e sicuramente ha una nicchia diversa dall'oggetto delle vostre parole.
Un saluto a tutti.

La questione che pone il lettore è molto interessante. Se firmo un contratto editoriale avente ad oggetto esclusivamente un eBook (formato digitale), lo stesso copre anche l’eventuale promozione e vendita del libro (cartaceo)?

L’oggetto è un requisito essenziale del contratto (V. l’art. 1325 del Codice Civile), e in questo caso consiste nel bene (eBook) dedotto per l’operazione economica.

Ebook e libro cartaceo sono due beni diversi (per natura, per mercato etc.). Questo vuol dire che se il contratto – come dice il lettore – realmente non prevede la commercializzazione di un formato non digitale (e quindi non estende il suo oggetto, inteso come qualificazione giuridica del contratto), l’autore può ritenersi libero di agire in altri ambiti.

Del resto, questo principio di libertà si ricava anche dall’interpretazione sistematica delle norme concernenti gli obblighi dell’editore. L’art. 1218 del Codice Civile, ad esempio, che parla della responsabilità del debitore, fa parte del complesso delle regole su cui si basa ogni azione di risarcimento del danno per inadempimento contrattuale. È, per intenderci, la prima norma che un autore può invocare contro il proprio editore inadempiente. E dice appunto che il debitore deve eseguire esattamente la prestazione dovuta.

In un contratto le parti assumono obblighi e pretese. Se l’autore cede i diritti in cambio delle royalties, l’editore li acquisisce, ma in cambio si obbliga a fare il suo lavoro (stampaggio, promozione, vendita, fatturazione etc.). Ciascuno deve eseguire esattamente la prestazione concordata, pena l’azione risarcitoria di cui all’art. 1218 c.c..

Ora, proviamo a semplificare il tutto con una domanda. Caro lettore anonimo, potresti fare causa al tuo editore per non avere promosso il formato cartaceo del tuo eBook? Se la risposta è sì (perché l’editore è tenuto per contratto ad occuparsi anche del cartaceo), allora non puoi sottrarti al contratto. Non puoi cioè occuparti in prima persona della promozione e della vendita del libro. Se la risposta è no, vuol dire che il tuo editore non è tenuto ad adempiere a quest’obbligo. E quindi sei libero di promuovere e vendere il tuo libro cartaceo. Perché se all’obbligo non corrisponde una pretesa, la sinallagmaticità della prestazione è limitata all’oggetto predefinito contrattualmente (eBook).

Aggiungo, tuttavia, che io non ho letto il contratto in questione e che sarebbe meglio farmelo visionare prima di fare qualsiasi considerazione. I contratti spesso sono il frutto di collaudate elucubrazioni tecniche che nascondono obblighi e limitazioni all’apparenza inesistenti. È sempre meglio consultarsi con un avvocato.

È bene inteso che un chiarimento di questo tipo – che auspico possa esserci anche da parte degli editori - restituisce speranza a quegli autori delusi dai risultati economici, che sentono per giunta il vincolo contrattuale come una vera e propria coercizione. Almeno così possono recuperare parte di quell’autonomia imprenditoriale e di pensiero che spesso non è solo gratificante, ma anche funzionale ed efficace (della serie, segui il tuo istinto).

Per il momento mi fermo qui. Gli argomenti sul tavolo sono ancora tanti. Ma cercheremo di affrontarli tutti. Promesso!

venerdì 5 settembre 2008

Ecco “sMaart Trading”, il primo corso di trading online vm 18!

Si chiama “sMaart Trading” ed è un corso straordinario di 158 minuti ... del tipo vm18. Non sto scherzando! Devi essere veramente adulto e vaccinato per entrare a conoscenza di certe informazioni. Perché se non hai giudizio, se non conosci il limite etico che funge da filtro ai tuoi comportamenti e agli obiettivi che ti prefiggi ogni giorno, rischi veramente di trasformare il tuo mondo finanziario in un caos assoluto.

Ed è proprio di caos che parla subito Federico Pacilli, l’autore di “sMaart Trading”, prima di entrare nel “cuore caldo” dei titoli, delle valute e di ogni altra questione borsistica.

La recessione degli ultimi anni ha spinto le persone a trovare delle “vie d’uscita” per sbarcare il lunario. E molti si sono affidati alle teorie semplicistiche del fai da te, del tipo “mi apro un conto e comincio ad investire”.

Poi però succede che le cose vanno male e che si cercano nuove soluzioni per rimediare ai danni prodotti dall’intemperanza. Tutto avviene alla velocità della luce, con incoscienza ed impulsività. E alla fine della fiera ti ritrovi con un mucchio di soldi spesi e con il computer che ti guarda dritto negli occhi, quasi a volerti dire: strunz, perché non ti sei informato prima?

La verità è che ciascuno di noi può fare trading online. Il fai da te è una soluzione praticabile, ma prima devi acquisire le giuste competenze.

Se riesci a capire questo, sei già avvantaggiato rispetto a migliaia di scalmanati che confidano solo nella buona sorte, piuttosto che nella preparazione tecnica.

Io dico sempre che chi non sa, non sa di non sapere! E il fatto di apprendere qualche nozione qua e là sulla rete, non significa che puoi prendere i tuoi risparmi e annientarli in preda all’impeto del Trader Apprendista.

Sentirsi liberi di comprare online delle valute (Forex) è stupendo, lo capisco. Ma ciò non fa di te una persona migliore, se prima non impari ad usare gli strumenti e le strategie adeguate.

Devi studiare e, prima ancora, renderti conto che il mercato dei titoli e delle valute è fatto di informazioni e di regole che tu nemmeno puoi immaginare. Altrimenti, come si spiegherebbero certi fenomeni speculativi? Come farebbero le banche secondo te ad incassare milioni e milioni di euro ogni giorno?

Te lo dico io: conoscono le regole segrete del trading.

La bella notizia è che oggi anche tu puoi impararle comodamente da casa grazie a questo straordinario corso online di Federico Pacilli.

Io l’ho ascoltato e posso garantirti che vale più di quanto costa. Federico segue una potente scuola di pensiero, quella di J. Hurst, e basa il suo metodo su alcuni principi universali che una volta appresi fanno di te un esperto 10 volte superiore a quello che sei oggi.

Ti fa capire, con delle lezioni veramente facili da comprendere e alla portata di tutti, cosa sono i cicli, le fasi, il fattore tempo, le leggi della fisica applicate alla borsa, e come interagire con tutto questo per avere il massimo del rendimento.

Alla fine impari quello che conta di più nel trading, ovvero, quando entrare e quando uscire dall’investimento.

Come puoi notare da questo link affiliate “sMaart Trading”, ho deciso di collaborare con Federico Pacilli e di spiegarti su questo blog, volta per volta, quali sono i principi universali del suo metodo “sMaart Trading”.

Se hai fretta di cominciare a fare soldi in questo settore, allora non perdere tempo: compra subito “sMaart Trading” e acquisisci la giusta competenza sull’argomento.

Se invece vuoi prima capirci meglio, allora il mio consiglio è di rimanere sintonizzato qui. Perché parlerò a lungo di questo corso strepitoso. E magari ti svelerò anche qualche chicca preziosa all’insaputa di Federico. Che me frega a me. Tanto qui comando io!

giovedì 4 settembre 2008

L’Accademia del Nuovo Lavoro Intellettuale è una membership molto speciale!

La notizia ha fatto il giro del web. L’Accademia del Nuovo Lavoro Intellettuale è stata annunciata oggi per la prima volta in maniera ufficiale con un’email che ha generato centinaia di feedback da parte dei lettori di questo blog e di quelli dei miei 5 partner, Alex Billico, Livio Sgarbi, Max Cecco, Stefano Caleffi e Bruno Esposito.

A questo punto credo che sia giunto anche il momento di fare chiarezza sui contenuti qualificanti del seminario e sugli elementi differenziali che lo rendono un progetto unico ed inimitabile.

Molti mi hanno scritto chiedendomi quale fosse la specialità dell’accademia del NLI rispetto alle numerose membership già presenti sulla rete. È presto detto: l’accademia, ovvero, il suo seminario di 12 mesi, insegna a usare internet per creare, sviluppare e potenziare un’attività professionale.

Attenzione, perché è qui che prende corpo la specialità dell’offerta. Nel linguaggio comune la parola “professionista” viene usata spesso per indicare semplicemente una persona che sa fare bene il suo lavoro (es.: professionista del computer). Tuttavia, nell’accezione tecnica, il libero professionista è colui che per legge può svolgere delle attività che altri non possono esercitare.

Sono le cosiddette competenze esclusive (o riservate), come quelle del notaio, dell’avvocato, del medico, del commercialista, del consulente del lavoro etc., che la legge tutela mediante la presenza istituzionale degli Ordini Professionali.

L’accademia del NLI è destinata a questi professionisti e non ha nulla a che fare con le membership sull’infomarketing o sul come fare soldi, quantunque possano esserci degli argomenti condivisi per via del mercato (online) sul quale andranno ad operare gli studenti.

Un Consulente del Lavoro che voglia automatizzare parte del suo studio per creare dei meccanismi di guadagno indipendenti dalla sua presenza, può farlo in regime di non concorrenza rispetto ai componenti di altre membership, che invece possono trattare solo argomenti non coperti dalla riserva di legge.

Infomarketing, infomarketer, infoprodotti, sono tutte parole che descrivono un nuovo modo (interessante) di sfruttare la rete per fare business. E intorno a questi concetti sono nate diverse membership. Ma nessuno può trattare argomenti o svolgere lavori che la legge riserva all’esercizio abituale ed esclusivo di una professione.

Un infomarketer, in quanto tale, non può elaborare cedolini paga o dichiarazioni dei redditi, non può patrocinare in giudizio o prescrivere farmaci e non può progettare edifici. I professionisti abilitati invece possono farlo.

Il problema è che non l’hanno mai fatto con internet. Ecco dunque la specialità dell’accademia: aiutare i professionisti a potenziarsi, mettendo online le proprie competenze esclusive.

Questo è il Nuovo Lavoro Intellettuale!

mercoledì 3 settembre 2008

Sai cosa succede quando due forze della natura si incontrano?

Ho sempre detto e pensato che uno più uno non è sempre uguale a due. Il risultato che può derivare dalla combinazione di due fattori a volte corrisponde alla somma degli stessi, altre volte invece, soprattutto quando si tratta di due fattori talentuosi, può raggiungere livelli scioccanti.

Primi di dirti di chi sto parlando, prova a dare un’occhiata a questo sito http://www.minisiti.net/. È online da ieri sera. E ha già convertito più del 10%! Più di 800 euro guadagnati in meno di 24 ore. Incredibile! Che forza straordinaria!

Non ti dico nemmeno l’età di Bruno, perché allora ti metteresti veramente le mani nei capelli.

Convertire più del 10% significa essere veramente bravi. Significa che ogni 100 visite, 10 comprano il tuo prodotto. Nemmeno i più esperti infomarketer riescono in così poco tempo a ottenere risultati così esaltanti.

Ma chi sono i due fattori talentuosi? Bruno Esposito è senz’altro quello che vedi nel sito in questione. http://www.minisiti.net/ è il suo fiore all’occhiello, ma è anche il fiore all’occhiello di tanti infomarketer di spessore. Il migliore in Italia a fare di un minisito una vera e propria macchina da soldi. La sua grafica è eccezionale e si sposa perfettamente con quello che ho sempre sostenuto sulla graphic usability.

Ma ecco la rivelazione del nuovo anno. Sono lieto di fare il suo nome nel mio blog, anche perché fa parte del mio staff in seno all’accademia del Nuovo Lavoro Intellettuale, e non a caso è proprio colui che si sta occupando del copywriting dell’accademia. Max Cecco, un vero portento della parola scritta applicata alla logica delle conversioni. Qualunque sia il tuo prodotto, se vuoi venderlo sul serio, allora devi fartelo presentare da Max Cecco.

Ecco cosa succede quando due personaggi di questo calibro (Bruno e Max) uniscono il proprio talento: il business diventa realtà!

Se vuoi mettere alla prova queste due forze della natura per aumentare le tue vendite sin dal primo giorno, puoi scrivere a Bruno, tramite questo link http://www.minisiti.net/, oppure lasciare qui un commento con un tuo recapito.

Fidati, non perdere tempo in giro per la rete. Questi sono talentuosi ... e il talento va colto quando hai la fortuna di incontrarlo. Non capita spesso.