giovedì 11 ottobre 2007

GRAPHIC USABILITY: L'IMPLICAZIONE GRAFICA DELLA WEB USABILITY

Oggi se ne parla molto. Io stesso, nelle mie pubblicazioni, faccio spesso riferimento alla web usability ogni volta che per ovvie esigenze anche didattiche devo propugnare l’opportunità di rendere facile e navigabile un sito web. Tuttavia, l’argomento è molto più vasto di quello che sembra, e limitarsi a interventi di non appesantimento o di reperibilità delle informazioni rischia solo di non rendere i risultati che ciascuno spera di ottenere con la strategia dell’usabilità.

Partiamo dalla considerazione che chi naviga in internet è alla ricerca di informazioni, che – come dice Michele Visciola, autore di “Usabilità dei siti web”, edizione Apogeo – gli permetteranno di modificare o aggiornare la propria conoscenza, di prendere decisioni, di acquistare un bene o di avvalersi di un servizio. Le informazioni, quindi, stanno al centro di una potente strategia che si chiama usabilità.

In questo senso, lo sforzo è quello di dare subito al navigatore quello che sta cercando, riducendo al minimo i clic necessari per accedere all’informazione desiderata. Non fa bene al marketing di un sito che il visitatore, magari dopo avere aspettato a lungo il caricamento della pagina, sia costretto anche a linkare più volte per giungere a dati che alla fine non trova o trova solo parzialmente.

Ma questa, se vogliamo, è la parte più scontata dell’usabilità, quella che tutti conoscono grazie agli studi di eminenti personaggi del world wide web, come il noto Jakob Nielsen. C’è un aspetto, invece, che spesso viene trascurato, ma che secondo recenti scoperte sta rivelando, non senza qualche sorprendente rivisitazione teoretica, il nascere di una moderna web usability.

Sto parlando dell’usabilità grafica del sito. Io la chiamo GRAPHIC USABILITY, e mi riferisco a tutto ciò che pur mantenendo la facilità di navigazione, in senso classico, non rinuncia ad un aspetto piacevole e seducente. Perché se è vero che l’utenza naviga sulla base di un “bisogno informativo”, è altrettanto vero che la decisione di fermarsi su un sito piuttosto che su un altro, almeno nella fase del primo impatto, è determinata sic et simpliciter da quello che appare.

“L’apparenza inganna”, recita un vecchio detto, ma nel momento stesso in cui lo fa, compie il suo lavoro. Seduce il visitatore e lo spinge ad andare oltre.

La verità è che un sito non deve ingannare, perché fallirebbe nel suo intento, ma deve comunque “apparire”, ovvero, attrarre l’attenzione in un solo colpo d’occhio, attraverso l’uso di espedienti pittorici o iconici che, molto più rapidamente di un testo, comunicano valori, significati, messaggi e quant’altro possa essere condiviso dalla comune esperienza visiva degli internauti.

Non è semplice! Anzi, il più delle volte è proprio la grafica il punto più critico dell’usabilità di un sito. Attirare l’attenzione è facile, ma il visitatore ha bisogno di informazioni e, quindi, di entrare in relazione col sito o con chi lo scrive. E la graphic usability ha proprio lo scopo di realizzare un equilibrio tra la spinta a sedurre e la capacità di risultare persuasivi.

La qualità grafica di un sito usabile è quella che riesce ad attrarre e a rassicurare nello stesso tempo. Non occorre un capolavoro di design digitale, soprattutto se questo alla fine non crea rapport con l’utente. Anche una sola linea di contorno al testo, che sappia comunicare competenza tecnica e responsabilità professionale, e quindi trasmettere fiducia, è quanto basta per definire l’intervento grafico come un intervento di alta qualità.

L’utente medio è in grado di percepire dall’interfaccia più di quanto si possa immaginare. Un semplice layout ci dice tutto sull’esperienza del titolare del sito, sulla sua padronanza dello strumento, sulla sua capacità di controllo tecnico e di risposta agli eventi di routine. E chi trascura questi aspetti commette un grave errore.

In Italia sta prendendo piede il modello del minisito, strumento americano potentissimo, che io stesso suggerisco per vendere in internet. Ma l’errore che stanno commettendo in molti, compresi gli americani, è quello di riprodurre in serie l’interfaccia grafica di un modello standard.

Avere un sito di una sola pagina, facile da navigare e sufficientemente ricca di informazioni, per un certo tipo di e-commerce, è la strategia migliore; ma questo non significa che tutti devono evidenziare le frasi con il colore giallo, o usare gli stessi fonts, o ripetere l’identica struttura di argomenti. È vero che ciò che funziona non si cambia, ma è anche vero che il navigatore trae le sue conclusioni da tutto questo. Un sito che ripete in tutto e per tutto le caratteristiche e la struttura di altri siti, non è in grado di esprimere credibilità e competenza. E con ogni probabilità, la semplice imitazione di un modello, sia pure vincente, svela insicurezza e pochezza innovativa da parte di chi lo gestisce o di chi ne è titolare.

Rendere un sito usabile non significa svuotarlo esteticamente, soprattutto se si considera che la grafica non soltanto abbellisce, ma può fornire contenuti, facilitare la navigabilità ed organizzare le informazioni. Una bella foto del prodotto a volte è in grado di sostituire mille parole. Come un’immagine stilizzata può guidare il visitatore molto meglio di una raccomandazione scritta.
Per concludere, il mio consiglio è di non pregiudicare la grafica. Uno studio attento delle esigenze dell’utente può condurre a soluzioni ideali di facilità d’uso senza dover rinunciare ad un’estetica accattivante.

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