mercoledì 22 ottobre 2008

Vi aspetto tutti nella mia nuova fantastica residenza!



Sono mesi che aspettavo questo momento. Finalmente posso dirlo con il cuore in gola. Amici, lettori, colleghi del web, è con immensa gioia che vi comunico che il sito di lavoro-casa.com da oggi non è più online, perché ha ceduto il posto al nuovissimo e strepitoso blog di Lavoro Casa Premium.

Come avevo annunciato qualche tempo fa, il momento è arrivato. Le novità sono davvero tante, dai servizi esclusivi all’audiolettura per eBook. Ma non voglio rovinare la sorpresa a nessuno. Vi dico solo che c’è da leccarsi i baffi.

È un giorno di festa per me e per chi mi ha collaborato in questi due anni. Ringrazio mia moglie e i miei figli per avermi sopportato in queste ultime settimana di fuoco, prima del lancio. Ma da domani saprò come farmi perdonare.

Ringrazio il mio programmatore Jepy (Giuseppe Cuoco), senza del quale tutto quello che vedrete nella nuova fantastica residenza di lavoro-casa non sarebbe stato possibile.

Ringrazio tutti i lettori e gli amici che ho avuto la fortuna di avere come clienti, perchè mi seguono e mi sostengono con parole meravigliose di stima che porto scritte nel cuore e mi danno la forza ogni giorno di arrampicarmi sempre più in alto, alla ricerca di soluzioni utili da condividere con la gente che ha voglia di cambiare e di uscire dal guado della propria vita.

Ringrazio i colleghi del web che ho avuto l’onore di incontrare sul mio cammino e con i quali ho potuto godere di momenti straordinari di scambio e di crescita.

Ringrazio questo blog (lavoro-casa.blogspot.com) di blogger.com, che mi ha dato grandi soddisfazioni e che mi ha fatto conoscere da decine di migliaia di lettori. Questa è l’ultima volta, vecchio mio, che dovrai fare qualcosa per me.

Forse dimentico qualcuno, ma sono così emozionato che mi sembra di avervi tutti qui dietro di me, mentre scrivo queste poche parole per dirvi che la WLG è cominciata.

Questo è il mio invito personale per ognuno di voi. Non mancate a questo giorno solenne. Vi aspetto tutti in Lavoro Casa Premium.

Ciaoooooooo

giovedì 9 ottobre 2008

Ecco le start up per avviare un’attività professionale online!

Dapprima semplice vetrina espositiva. Poi luogo di scambio. Oggi internet è pronta per dare slancio alla più grande kermesse economica di tutti i tempi.

Non si tratta solo di un fenomeno di business, come molti che osservano dall’esterno sono portati a credere, ma di una vera e propria rivoluzione antropologica e culturale che scardina fortemente le più antiche pratiche del mercato del lavoro e che mette in luce nuove logiche organizzative e produttive, nuovi sbocchi di elevata accessibilità e nuove modalità di erogazione dei servizi e delle professioni.

È il Nuovo Lavoro Intellettuale, quello che ha permesso a me e a tanti altri liberi professionisti di aumentare i profitti e, nel contempo, di ridurre e automatizzare il carico di lavoro.

Ma come si avvia un’attività professionale online? Come ci si organizza? Come si acquisiscono clienti? E soprattutto come si gestiscono a distanza?

Ecco allora un vademecum essenziale che permette a laureati e professionisti di predisporre una start up strepitosa e di successo.


1. Passioni e competenze

Il primo pensiero: da dove partire? Riflettici. Hai studiato molto per arrivare alla laurea. E se c’è una cosa che altri non hanno è la tua conoscenza specialistica.

Non sottovalutare il fatto che sei un dottore. Quello che per te può sembrare scontato, per migliaia di persone non lo è affatto. E proprio quando i motori di ricerca diventano il principale punto di riferimento di chi ha bisogno di informazioni, il tuo sapere specializzato assurge al ruolo di merce estremamente preziosa.

Pensa alle tue competenze, ma fai leva anche sulle tue passioni. Farne un’attività è un modo di condividerle. Possono essere un campo o un prodotto specifico (dalla fisica quantistica all’addestramento dei cani). L’idea vincente è quella che veicola il carisma di chi la crea, la gratificazione, il piacere che si prova nel fare. E la tua passione si trasmette ai clienti.

L’ideale è essere competente in un settore che ti appassiona!


2. Definisci gli obiettivi. Comincia a sognare!

Se c’è una cosa che biasimo con fermezza è la cultura della proibizione dei sogni. Sognare fa bene e aiuta a raggiungere mete impensabili. Perché non farlo o impedirlo agli altri?

Ecco il mio consiglio. Lascia libero sfogo alla tua creatività e scrivi tutto ciò che ti passa per la mente. Fai come fanno i grandi businessman, usa la tecnica del brainstorming (tempesta di cervelli) e segnati ogni cosa, da quelle più banali a quelle più impegnative.

In questa prima fase conta solo il fatto di scrivere, di buttare fuori le idee nello stesso ordine con cui affiorano, senza badare alla priorità degli argomenti o all’aspetto del foglio. E mentre lo fai non omettere delle tappe solo perché credi di non poterle raggiungere. Non lasciarti tarpare dalla situazione attuale. Ricordati che puoi cambiarla. I tuoi risultati presenti derivano da ciò che hai saputo fare in passato, così come le azioni di adesso modificheranno il tuo futuro.

Metti nero su bianco con dovizia di particolari il prodotto o servizio che intendi creare. Metti all’opera la tua creatività pensando (sognando) a come si concretizzerà.

Non dar retta a chi ti vuol far credere che i sogni non appartengono al mondo degli adulti. I più grandi uomini della terra sono tali perché hanno avuto un sogno e l’hanno poi realizzato.


3. Dall’idea al progetto

Ora è il momento di pensare a come dare corpo alla tua idea. Ci vuole un progetto dettagliato, che tenga conto del tipo di azienda online da avviare, del prodotto/servizio da lanciare e del segmento di mercato a cui ti vuoi rivolgere.

Vuoi operare da solo? Con i familiari? Con soci, partner o collaboratori esterni? È importante stabilire questi punti. Molti professionisti preoccupati di come gestire a distanza i clienti acquisiti online (avvocati, ingegneri etc.) potrebbero risolvere tout court la questione creando una partnership strutturata su tutto il territorio nazionale. Con internet i costi sono quasi vicino allo zero.

In questa fase è altrettanto importante conoscere i tempi e le procedure di costituzione di un’azienda (società, ditta individuale etc.). Non solo perché le strategie di lancio sono molto spesso legate a una tempistica ragionata (lanciare un prodotto fuori tempo utile significa bruciarlo), ma soprattutto perché la tua attività in questo modo comincia ad essere ben definita e concreta.

Può apparire superfluo, ma la causa di molte paralisi è la mancanza di informazioni concrete.


4. La resa dei conti

Quanto mi costa avviare il mio business online? Questa è la fase dei conti. Anche qui, metti su carta i costi di tutta l’operazione.

Il commercialista che svolge le pratiche burocratiche, autorizzazioni giuridiche e fiscali e di apertura delle singole posizioni aziendali nei confronti dell’Erario, dell’INPS, dell’INAIL, della Cassa Professionale, del Registro delle imprese presso la CCIAA etc..

Il dominio, l’hosting, il sito, il blog ed eventuali costi per altre forniture extra, se necessarie (autoresponder, mailing list, server dedicato etc.).

Sappi che il rapporto con il mondo offline è al di sotto di 1 a 10. Significa che se per avviare uno studio professionale o un’azienda nei mercati tradizionali spendi € 50.000,00, lo stesso progetto online ti costa a dir poco 10 volte di meno.


5. Inventa un nome efficace.

Il discorso del naming assume un‘importanza strategica, non solo perché un nome efficace è di per sé un veicolo pubblicitario, ma anche perché il cosiddetto nome a dominio (online) diventa un fattore di indicizzazione molto potente nella fase di ricerca dei navigatori.

Il mio consiglio è di non ricorrere, come fanno in molti, al proprio nome di battesimo. Se sono un giovane psicologo e voglio offrire un servizio di coaching per la cura dell’ansia è meglio avere un dominio del tipo www.cura-ansia.com, piuttosto che www.mariorossi.com. I motori di ricerca ti trovano più facilmente se nell’URL del tuo dominio ci sono le keyword di ricerca.

Non ci sono delle regole precise per elaborare un nome a dominio utile e funzionale; tuttavia, è sempre meglio che sia:

- il più corto possibile;
- facile da ricordare;
- facile e piacevole da pronunciare (pensa a Google e a come si pronuncia);
- con doppia estensione (.it e .com o .net);
- descrittivo;
- di richiamo al brand;
- senza trattino o numeri, se possibile (quando il dominio è composto da più parole, meglio usare sempre il trattino alto, piuttosto che unire le parole, come “curareansia”, o usare l’underscore, come fanno in molti, tipo “curare_ansia”, perché i motori di ricerca ti trovano più facilmente con le keyword separate dal trattino. Il motivo è semplice: sintatticamente il trattino è un carattere divisorio, che mantiene inalterato il significato delle singole parole, mentre l’underscore le unisce e ne modifica la semantica).


6. Studia la concorrenza

Studia chi fa business nel tuo stesso settore. Indaga sui concorrenti. Puoi imparare anche dai loro errori.

Sul piano competitivo Internet non è così dissimile dal mondo offline. È la stessa arena competitiva di sempre.

Giocando alla Play Station con mio figlio, mi sono appassionato ad un gioco ambientato nell’antica Roma, il cui protagonista è un ex centurione che per sopravvivere e riscattare la sua libertà è costretto a fare il gladiatore e a superare diverse prove di combattimento.

Osservando il comportamento dei gladiatori, in modo particolare nelle competizioni di gruppo, dove ognuno lotta contro tutti, ti accorgi che la prima cosa da fare, se vuoi avere qualche probabilità di scamparla, è studiare attentamente gli avversari. Non hai molto tempo a disposizione, perché gli altri stanno facendo la stessa cosa: ti osservano, ti analizzano e di lì a breve qualcuno parte all’attacco, rompendo gli indugi anche nei confronti di chi poteva essere più indeciso.

Non si tratta solo di stare attento alla provenienza dei fendenti, ma di capire chi si ha di fronte, chi è il più abile e forte e chi invece ha meno possibilità di superare il primo match.

Se sei bravo a capirlo prima degli altri, hai l’opportunità di sceglierti un avversario poco temibile e di esibire la tua forza, con il vantaggio di poter conservare le energie per gli scontri più difficili e di accrescere il tuo senso di fiducia e di autostima, che in certi casi conta più di ogni altra cosa.

Per competere con successo in internet, proprio come accade con i gladiatori nell’arena, devi mettere in campo vantaggi competitivi (performance) superiori a quelli dei tuoi avversari. Devi essere più bravo degli altri, facendo attenzione al fatto che non conta essere più forti in senso assoluto, ma più strategici e scaltri per giungere allo scontro finale con un avversario, teoricamente più forte, che fisicamente, però, ha subito lo spossamento degli scontri precedenti con gli altri competitori e, quindi, un “indebolimento strategico”.

Studia gli avversari frequentando i loro ambienti. Cerca notizie su di loro online. Partecipa alle discussioni su blog o forum e cerca di mantenere una posizione neutrale, almeno fin quando non sei anche tu a tutti gli effetti nell’arena competitiva.


7. Impara la WLG!

Il Nuovo Lavoro Intellettuale è un modello di attività online pensato per prosperare con la WLG (la Web Log Globe), la tecnica madre del blogging consulenziale e professionale.

Prima di tutto devi aprire un blog e cominciare a scrivere sull’argomento che più ti piace o sul quale hai credibilità per via del tuo titolo di studio. Ti consiglio di farlo almeno un paio di volte a settimana per i primi tempi (per poi aumentare fino ad arrivare ad almeno una volta al giorno), perché crei velocemente contenuto per i motori di ricerca, che ti trovano grazie alle keywords dei tuoi post, e mantieni alto l’interesse dei tuoi lettori che avranno sempre qualcosa di nuovo da leggere.

Se stai pensando che non sai cosa scrivere o che non ne vale la pena perché nessuno leggerà mai i tuoi post, ti sbagli! E te lo dimostro subito. Di argomenti a disposizione per scrivere qualcosa di interessante ne hai tantissimi. Ricorda che sei in possesso di informazioni che altri non hanno. Ma se proprio non ti senti ispirato, ecco un segreto che potrà aiutarti: yahoo answers. Si tratta di un sito web dove migliaia di persone fanno domande e danno risposte sulle questioni più svariate. Qui trovi veramente di tutto, e gli argomenti sono raggruppati per categorie (affari, computer, medicina, matrimonio etc.). Basta scegliere quella di tua competenza e cominciare a leggere le domande con le relative risposte. Ci vorrà veramente poco per farti prendere dalla smania di dire la tua. Del resto si tratta solo di condividere la propria conoscenza con chi ne ha veramente bisogno in quel momento.

A questo punto il gioco è fatto! Ti posso assicurare che quando cominci a dare le tue risposte per aiutare gli altri ti viene un’ispirazione potentissima e ti rendi conto di quante cose potresti scrivere sul quel determinato argomento a cui non avevi mai pensato prima in termini di conoscenza spendibile.


8. Formazione

Il Nuovo Lavoro Intellettuale è materia che non trovi in giro per il web o in libreria. Solo su questo blog e su tutti quelli gestiti dalla Carlo D’Angiò Communication potrai venire a conoscenza delle tecniche che io stesso ho usato per monetizzare il mio knowledge universitario e per creare la mia nuova professione.

Occorre imparare, e per questo esiste l’Accademia del Nuovo Lavoro Intellettuale, un master online di 12 mesi fatto su misura per chi vuole entrare a pieno titolo in questa nuova strepitosa era dell’infoworking.

Ricorda, l’intellectual marketing non è semplicemente l’internet marketing applicato alle professioni intellettuali, ma è insieme nuova tecnologia, nuovi parametri di ricerca, nuovi segmenti di mercato da imparare. Ovvero, un mondo strabiliante che impone di adottare nuove idee di prodotto o servizio e di modificare le modalità di invenzione, progettazione e realizzazione.

sabato 4 ottobre 2008

Questo è il trend che favorisce i disegnatori! Lo dice anche Seth Godin

L’era di internet è anche l’era della rivalsa dei consumatori. Ed è questo il motivo principale del crescente successo di una categoria - quella degli artisti e dei disegnatori - da sempre bistrattata dalle grandi organizzazioni e dal monopolio delle major editoriali.

Oggi è tutt’altro che utopistico il tentativo di affermarsi sul mercato e di diffondere la propria arte. Come? Con internet, con i blog, con i social media della rete, con tutte quelle strutture del nuovo mondo online che hanno permesso ai consumatori di gravitare gli uni intorno agli altri e di informarsi a vicenda circa le proprie esperienze.

Seth Godin, fondatore e CEO di Squidoo.com, nonché autore di numerosi best seller internazionali, tra cui “La mucca viola”, sostiene che la comunicazione e il commercio diretto fra consumatore e consumatore sia un trend da prendere seriamente in considerazione per avviare la scalata nei nuovi mercati, e che non manca molto che questo movimento porti alla formazione di sindacati di nuova generazione che eserciteranno pressioni significative sulle organizzazioni (majors) per ottenere ciò che vogliono.

Godin parla anche di Emily, una giovane laureata in arte, che dopo essersi aperta un blog su MySpace, ha iniziato a vendere le sue opere su http://www.etsy.com/, un sito specializzato in manufatti e oggetti di artigianato artistico.

Questo mi conforta di parecchio, perché l’orientamento delineato da uno dei più celebri blogger di marketing del mondo, come Godin, si sposa perfettamente con quello che ho studiato e scritto in tempi non sospetti.

Fai Soldi Online Disegnando è un eBook unico nel suo genere in Italia. Studia il nuovo mercato degli artisti e ne tira fuori un mix di strategie vincenti per i giovani disegnatori che fino a qualche anno fa nemmeno avevano idea di potersi proporre al mondo intero a costi quasi zero e di costruire in questo modo un business interessante facendo leva proprio sulle loro passioni.

Il modo di creare opere d’arte (inclusi anche i lavori della fumettistica, dell’illustrazione e della grafica) e di venderle è stato sovvertito in modo radicale e irreversibile.

Il piccolo talentuoso che disegnava faccine sulle copertine dei quaderni mentre l’insegnante spiegava la trigonometria, oggi monetizza il suo estro grazie alle potentissime strutture del printing on demand o semplicemente avviando un blog e condividendo la sua più grande passione.

L’imbrattatore di muri che ha vissuto per anni a metà strada tra la dimensione dell’artista incompreso e quella del teppista di quartiere, oggi ha i mezzi per catturare consensi e trasformare la sua vena creativa in una vera e propria rendita online.

Lo stesso vale - a maggior ragione - per i disegnatori del tessile e per gli stilisti in pectore che temono la grande avventura del difficile esordio per via dei costi e del mercato over the top.

Con internet tutto funziona diversamente. Non ci sono costi, non ci sono pedaggi da pagare, nessuna complicazione distributiva. Tutto viaggia liscio ad una velocità impressionante. Ma ciò che più conta è che non sono gli intermediari a fare il bello e il cattivo tempo, perché questa è l’era della rivalsa dei consumatori. Sono solo questi ultimi a decidere se un’opera vale.

Come è successo a Emily. La sua arte è stata valutata molto semplicemente dai fruitori, da coloro che giudicano il bello e il brutto esattamente per come gli appare, e non per come viene valutato dai critici o dagli editor.

È una questione di trend, come dice Godin. E allora vale proprio la pena conoscerlo.

Fai Soldi Online Disegnando

giovedì 2 ottobre 2008

Sono aperte le iscrizioni all’Accademia del Nuovo Lavoro Intellettuale


Dopo mille peripezie e sforzi sovrumani dell’ultimo minuto, questa notte io e il mio staff siamo riusciti finalmente a mettere online l’Accademia del Nuovo Lavoro Intellettuale e ad avviare le fase delle iscrizioni.

Ci siamo accorti di avere anche un certo numero di osservatori nascosti, gente del mestiere che quando si tratta di lanci, prelanci e cose del genere non esita a farsi spazio per cogliere quelle sfumature significative che a molti non dicono nulla, ma che a un occhio esperto dicono veramente tanto.

Fatto sta che l’Accademia non ha precedenti in Italia. È la prima scuola che mette laureati e liberi professionisti al cospetto del nuovo internet marketing, con un progetto che punta senza mezze misure a realizzare strutture professionali online di altissimo livello. Forse è anche per questo che affascina.

Qualcuno ha pronosticato che l’Accademia va al di là dell’offerta formativa, ponendosi all’attenzione del mercato come simbolo di qualità del Nuovo Lavoro Intellettuale e come egida degli studenti che andranno ad operare con un notevole vantaggio competitivo.

Noi pensiamo che questa è solo la prima edizione e che avremo sicuramente modo nel corso di questi 12 mesi di valutare ogni cosa e di migliorare sia l’offerta che le strategie.

Approfitto per ringraziare tutto il mio staff, ovvero, Alex Billico, Livio Sgarbi, Max Cecco, Stefano Caleffi e Bruno Esposito. Un ringraziamento particolare lo faccio al mio superprogrammatore Jepy, perché senza di lui stanotte non credo che ce l’avremmo veramente fatta.

A presto

PS: per iscriversi all’Accademia, clicca sui link:
http://www.nuovolavorointellettuale.com/professionisti.html
http://www.nuovolavorointellettuale.com/laureati.html

sabato 27 settembre 2008

Libere professioni online: una scelta obbligata!


Cominciai a studiare diritto privato quando ero ancora al 5° anno di liceo. A quei tempi si usava il testo di Alberto Trabucchi della CEDAM (non so se oggi è ancora in adozione), un vero mattone di circa mille pagine che solo a guardarlo ti veniva voglia di cambiare facoltà. Ma del resto non potevo aspettarmi altro. Avevo scelto giurisprudenza... e toccava fare quell’esame.

Si diceva: “diritto privato, mezzo avvocato”. E questo bastava a darmi quella spinta di cui ogni studente ha sempre bisogno per non cadere in quello stato paralizzante chiamato “crisi da studio”.

Mi piace ricordare la preparazione di questo esame perché è stato quello che più di ogni altro mi ha fatto letteralmente sognare. Ogni capitolo era come un viaggio sulle mete della mia carriera. Dopo avere letto, riletto, sottolineato e imparato, esponevo gli argomenti immaginandomi di fare consulenze sui contratti, sull’eredità, sulle servitù prediali (tranquillo, non è una parolaccia); di scrivere ricorsi di usucapione, anticresi, enfiteusi; di argomentare in aula sulla proprietà, sul possesso o sulla nunciazione.

Una sorta di sindrome da Perry Mason che mi faceva pregustare quell’atmosfera solenne e fascinosa che attornia gli uomini dalle toghe nere.

Poi, però, come un bambino quando scopre tutta la verità su Babbo Natale, cominci a fare pratica presso uno studio legale e ti accorgi che le consulenze, i ricorsi, le arringhe, sono solo fenomeni hollywoodiani, e che se vuoi guadagnarti veramente qualcosa ti conviene prendere quello che ti passa il convento. Cosa? L’infortunistica stradale, per fare un esempio.

Ma, almeno, si usa la toga nera? No! Quella la usano solo nelle aule penali. Perché nel civile, ammesso che ci sia un’aula (molto spesso è l’ufficio del giudice di turno a prestarsi a tale scopo), non c’è nemmeno il tempo di guardare in faccia i testimoni. Le udienze sono volanti, non ci si può sedere, perché se lo fai vieni coperto dalla folla di avvocati che si accalca al tavolo del magistrato, e i fascicoli, se proprio ci tieni, te li vai a prendere senza discutere in cancelleria. Tanto sono alla portata di tutti, devi solo capire in quale anfratto dell’archivio sono andati a finire, dopo che migliaia di altri avvocati e praticanti li hanno presi per le mani per spostarli.

I primi tempi mi chiedevo perché mai tutti quegli avvocati fossero intorno alla scrivania del giudice. Forse si trattava di un caso importante, di un cliente superassistito, o forse il magistrato non si sentiva bene. Niente di tutto questo. Era solo un metodo di lavoro. Troppe cause da svolgere. Troppi verbali da redigere in un giorno (molti, infatti, vengono scritti dagli avvocati sotto dettatura del magistrato). Quindi, la cosa migliore per un giudice è quella di celebrare in simultanea una dozzina di udienze. Si fa prima, e tutti possono tornarsene a casa.

Sarà questo il motivo che mi ha spinto a fare il consulente del lavoro? Può darsi! Fatto sta che se sei all’università e credi di poter mettere in pratica le tue conoscenze nel mondo del lavoro, sei davvero fuori strada. Gli altri non te lo permettono. Il sistema non te lo permette.

Questa è la più grande disillusione che un laureto possa vivere. Nessuno ti spiega come è fatto veramente il mercato. E alla fine ti ritrovi a mercanteggiare con un perito assicurativo per avere qualche migliaia di euro in più di danni da spartire col cliente.

E pensare che volevi argomentare su casi e questioni di alto profilo giuridico.


Internet cambia le regole
Tutto questo è vero se continuiamo a parlare del mercato tradizionale. Su internet è un’altra cosa. I professionisti continuano a non sentire l’urgenza di delibare – seppure con prudenza - il nuovo lavoro intellettuale, ma quella che oggi è ancora una straordinaria opportunità di crescita, fra qualche anno sarà una strada obbligata per guadagnarsi da vivere. E chi non l’avrà precorsa in tempo, si troverà a fare i conti con la dietrologia del fallimento.

Gli esperti parlano di “quarta rivoluzione industriale”, con i passaggi dall’agricoltura (primario) all’industria (secondario), dai servizi (terziario) all’informazione online (quaternario).

A soli 10 anni dalla nascita del web, il nuovo marketing ha trasformato in modo tanto radicale le dinamiche della produzione e della crescita da scalzare ogni regola. Tutto questo impone un nuovo tipo di organizzazione e un nuovo modo di fare business.

Un avvocato giuslavorista avrà di che sfamarsi fin quando esisteranno le aziende con i lavoratori subordinati. Ma se la forza lavoro viene attratta dai nuovi mercati, dove punta a creare una rete di micro-sistemi autoproduttivi, la ragione dei contenziosi non sarà più la stessa. Non ci sarà un lavoratore licenziato che lamenta gli straordinari o le mensilità aggiuntive. Non ci sarà un’azienda che vuole eccepire le contestazioni di addebito. Non ci sarà più il mercato delle vertenze di lavoro, intese alla vecchia maniera.

Ci saranno invece nuovi rapporti, nuovi scambi, nuove esigenze da tutelare e difendere, nuovi usi e costumi da portare all’attenzione del legislatore affinché possano assurgere al rango di diritto positivo.

Internet cambia le regole per tutti. Mette i consumatori al primo posto. Impone etica e qualità. Ma allo stesso tempo permette allo studente sognatore di avere subito un mercato da soddisfare. Un esperto di usucapione potrà semplicemente avvalersi di adwords per portare sul suo blog (WLG) tutti quelli che hanno bisogno di usucapire o di difendersi dal possesso abusivo di un bene immobile.

Una volta si parlava di bundling, di raggruppamento di aziende, prodotti, servizi etc.. E anche le professioni sono caratterizzate da un bundling di competenze, di abilità considerate omogenee e ricollegabili ad un settore professionale specifico. Il commercialista tiene la contabilità, fa le dichiarazioni dei redditi, istruisce le pratiche di apertura e chiusura delle aziende, difende i contribuenti davanti alle Commissioni tributarie, effettua perizie tecnico-commerciali sul patrimonio aziendale etc..

Google ha smembrato il concetto di bundling. La ricerca specifica dei navigatori è orientata a trovare delle soluzioni a esigenze particolari. Il navigatore vuole sapere come e se fare causa all’ENEL per uno sbalzo di corrente che gli ha danneggiato il computer.

Ho letto su un libro di Seth Godin che se digitiamo “Bextra” su Google, troviamo un sacco di articoli che parlano di questo analgesico, di cui di recente si è sospesa la produzione a causa dei gravi effetti collaterali sui pazienti. Godin dice che se guardiamo gli annunci più in alto, scopriamo che molti sono di studi legali che pagano profumatamente per ricevere l’attenzione dei navigatori. Sono gli studi che hanno intentato le cause collettive (oggi praticabili anche in Italia) per conto delle persone che hanno subito danni a causa del farmaco, i quali ritengono che il modo migliore per raggiungere queste persone sia di incontrarle esattamente nel momento in cui esse li cercano. Insomma, anziché correre in giro come pazzi per richiamare l’attenzione o, anche, dispensare volantini sui parabrezza delle auto, conviene attivare adwords e starsene fermi ad aspettare che l’attenzione dei navigatori trovi loro.

Il mercato online sta già creando delle forti asimmetrie tra la nuova domanda e la vecchia offerta. Se chiedi a un commercialista quali adempimenti e quali costi ci sono per aprire un bar, ti risponde subito. Sa di cosa stai parlando ed è documentato sull’argomento. Se provi invece e chiedergli come deve essere inquadrato un infomarketer, ti accorgi che non sa nemmeno di cosa stai parlando.

È la quarta rivoluzione industriale. Il mercato online avanza ad una velocità impressionante e crea nel contempo nuovi bisogni da soddisfare. Per il momento resta un’opportunità. Ma manca veramente poco a che diventi un passaggio obbligato.

martedì 23 settembre 2008

Qualsiasi professione tu voglia fare da grande, questo è ciò che devi sapere!

Mi arrivano di sovente delle email, da parte di giovani laureati e professionisti, con cui mi si chiede come attuare la WLG e il Nuovo Lavoro Intellettuale al proprio specifico settore professionale.

Ad esempio, Giuseppe, ingegnere, mi ha scritto:"...il mio settore prevede molto spesso di effettuare sopralluoghi per verificare determinate cause (pensa per esempio alla stima di un appartamento o ad eventuali lesioni di parti presenti in un appartamento da ristrutturare ...) come si possono conciliare queste cose con un business on-line?”.

Laura, invece, che è laureata in giurisprudenza, mi ha chiesto: “Perchè secondo te una persona che ha bisogno di una informazione specialistica dovrebbe pagare un neolaureato sconosciuto piuttosto che un professionista affermato, con il quale, peraltro, può avere un contatto diretto?”.

Ce ne sono tante altre, ma tutte più o meno esprimono le stesse perplessità. Ovvero, come usare la WLG per sostenere (sviluppare, mantenere etc.) la propria attività.

Bene! Credo che sia arrivato il momento di fare una grande rivelazione. Non è la WLG che deve sostenere la tua attività professionale, ma è la tua attività professionale che deve trasformarsi in modo da prosperare grazie alla WLG.

Una volta i liberi professionisti non avevano bisogno del marketing o, perlomeno, non avevano bisogno di spendere soldi per farsi conoscere, poiché il solo fatto di essere uno specialista (medico, avvocato, ingegnere etc.) bastava quasi sempre a far girare la voce di portone in portone.

Questa situazione è cambiata negli ultimi anni, non solo perché la crescita dei livelli di scolarizzazione ha generato migliaia di professionisti negli stessi settori, facendo svanire quella percezione di “rarità” che si aveva con i laureati di un tempo, ma anche perché con il sopraggiungere dell’informatica e della “digitalizzazione” delle informazioni sono cambiati i fabbisogni del mercato.

In un primo momento, gli Ordini Professionali hanno pensato di riscrivere le regole deontologiche per eliminare il divieto della pubblicità. Ma ciò è apparso davvero inutile, laddove insieme alle regole non è stata somministrata una formazione strategica adeguata.

Conosco avvocati che a mò di supermercato fanno distribuire volantini per le strade e nelle piazze. Altri che te li spediscono a casa con tanto di fotografia e di carta intestata.

Il problema non è tanto quello di vedere un avvocato che si avvale di strumenti pubblicitari così poco raffinati e indegni per la sua immagine istituzionale e storica, ma piuttosto quello di non rendersi conto che azioni di questo tipo sono completamente infruttifere.

Se non fosse per la disperazione che è sottesa a questi fenomeni, si potrebbe addirittura provare tenerezza a guardare un professionista alle prese con il marketing, quasi come quella che si prova verso un bambino che, dopo avere imparato a fare i primi passi, decide di camminare senza aggrapparsi alle federe dei cuscini del divano.

Per secoli i professionisti di successo si sono basati sulla naturale tattica dell’immagine autorevole dell’uomo di cultura. Si trattava di fare leva sui tanti anni di studi e di sacrifici, che però davano i loro frutti. Bastava scegliersi una piazza, aprirsi uno studio e si era certi di conseguire profitti cospicui.

I mercati emergenti hanno scosso le certezze di chi utilizzava questi schemi. In primo luogo l’affollamento eccessivo dei “dottori”, sparsi ovunque, ha annientato l’efficacia dell’immagine autorevole. Anche perché il mercato si è riformato con delle componenti a loro volta autorevoli. I clienti di un avvocato di oggi sono molto spesso professionisti di altri settori.

Di pari passo al cambiamento delle vecchie regole si sono affacciate sulla scena nuove tecniche, dai siti web di ultima generazione agli annunci su Google e al passaparola dei social media. Per un professionista del mercato tradizionale, le tecniche efficaci del nuovo marketing (intellectual marketing) rappresentano una leva ancora più straordinaria della percezione dell’immagine autorevole. Risultati rapidissimi a costo quasi zero!

Avere uno studio attrezzato con tanti collaboratori, frequentare luoghi strategici, tessere relazioni per attivare il meccanismo della presentazione degli amici o, persino, abbassare i prezzi, sono tutte strategie in grave crisi.

Le tattiche del nuovo marketing sottraggono linfa vitale al vecchio marketing senza tuttavia sostituirlo completamente. I professionisti vecchio stampo che ricorrono al nuovo marketing affinché questo svolga per loro i servizi del vecchio marketing non hanno successo.

Per far funzionare l’intellectual marketing è necessario che ogni professionista trasformi se stesso e la propria visione dei servizi.

La crescita proviene dall’approccio integrato che sa coniugare le tattiche del nuovo marketing con servizi completamente diversi.

Con l’intellectual marketing risultano più efficaci alcune tattiche, alcuni servizi, alcuni modelli di organizzazione e distribuzione del lavoro intellettuale. E allora perché usare le tattiche sbagliate con le tecniche giuste o viceversa?

venerdì 19 settembre 2008

Come funziona il cervello dei lettori quando decidono di leggere il tuo blog? (seconda parte)

Prima di dare seguito alla seconda parte di questo straordinario approfondimento sulla ricettività dell’old brain, voglio fare un appello di cuore al tuo senso di responsabilità.

Le tecniche e le strategie presentate oggi, non le trovi da nessuna parte. Non se ne parla in giro, semplicemente perché pochi esperti ne sono a conoscenza, ed è veramente pericoloso farle transitare in un contesto così amplificato e privo di controllo come quello di internet.

Sono informazioni di alta scuola e molto potenti. Per questo è necessario che vengano applicate secondo una rigida etica morale, altrimenti potrebbero prestarsi a un uso improprio.

Allora ti chiedo di servirtene con saggezza e di tenere a mente il principio di verità su cui si basa tutta la logica della WLG. Semmai avrò la capacità di insegnarti qualcosa, di trasferirti delle abilità comunicative che altri non hanno, ricorda sempre che il modo migliore di metterle in pratica è quello di aiutare gli altri, di comunicare al meglio quali vantaggi reali potrebbe ottenere chi acconsente.

Ti starai chiedendo perché ho deciso di divulgare queste informazioni, se poi ho timore che possano essere sfruttate per scopi poco etici. La risposta è strettamente legata al nuovo assetto editoriale di lavoro-casa.com, che fa della qualità altissima dei contenuti la sua regola fondante.

La WLG è una strategia molto seria che può cambiarti la vita. E non può essere sottovalutata o confusa con le centinaia di sciocchezze editoriali di cui è colma la rete. Così ho deciso di farti avere un’idea di quello che troverai nella nuova versione di lavoro-casa.

Bene! Ora torniamo all’oggetto di questo post.

Nell’articolo precedente abbiamo parlato della struttura tripartita del nostro cervello (rettiliano, emotivo, razionale). E abbiamo anche visto che a parere di autorevoli neuroscenziati è proprio l’old brain a prendere le decisioni più importanti.

Se questo è vero, dunque, la comunicazione wuellegistica (che pone il blog al centro del mondo) deve prendere a riferimento un linguaggio compatibile con la capacità ricettiva dell’old brain.

In parole povere, se vuoi sfruttare il tuo blog per condividere informazioni di qualità, o per promuovere la tua attività e i tuoi prodotti in modo efficace, allora devi rivolgerti al vero decision maker dei lettori, che è il cervello antico.

Per farlo, hai bisogno di conoscerlo, di sapere come reagisce agli stimoli. Ed è per questo che ho deciso di svelarti alcune tra le più potenti tecniche della comunicazione persuasiva attuata tramite blog.


Fai leva sulla sorpresa


Per avere un pubblico attento, e per mantenere vivo il suo interesse, molto spesso bisogna contravvenire alle aspettative; bisogna agire in senso contrario a ciò che le persone, intuitivamente, si aspettano.

Le sorprese attirano l’attenzione, come tutto ciò che è insolito o inaspettato. È come una sorta di comando manuale d’emergenza che si sovrappone ai dispositivi automatici di reazione quando, di fronte a qualcosa di inaspettato, questi ultimi falliscono. Tutto si blocca, le attività in corso vengono interrotte, la nostra attenzione si focalizza involontariamente sull’evento che ci ha sorpresi. E così lo prendiamo in considerazione.

L’old brain ha sempre a cuore la sua sicurezza. Per questo è attento, soprattutto quando si trova di fronte a qualcosa di insolito, che la sua guessing machine non è in grado di scrutare.

Ecco perché il modo migliore che hai per catturare l’attenzione dei tuoi lettori è quello di usare una titolazione che metta in allerta il cervello antico.

Se vuoi un consiglio, non fare le stesse cose inutili che fanno gli altri. E soprattutto non commettere l’errore di attribuire valore ad un modello di copywriting solo perché usato dal tuo idolo. Non solo perché ci sono innumerevoli fattori che fanno un’enorme differenza tra la tua offerta e quella del tuo personaggio del cuore (credibilità, fama, target etc.), ma anche perché molto spesso si tratta di modelli scarsi ed obsoleti.

Es. “Stai cercando un ebook che ti faccia guadagnare soldi?”. Prova tu stesso a fare una valutazione di questa headline. Secondo te, che senso ha usare il punto di domanda in una frase del genere? Chi potrebbe risponderti di “no”? E quanto tempo impiegherebbe il lettore a rispondere? Inoltre, se tu leggessi una cosa simile, ti aspetteresti o no che la soluzione ai tuoi problemi, guarda caso, è proprio quella che segue nella subheadline?

E un evento per essere sorprendente non può essere predicibile. La sorpresa è l’opposto della predicibilità.

Ogni giorno migliaia di potenziali clienti abbandonano siti del genere, perché non sono attratti dall'headline. Non subiscono l’effetto sorpresa.

Un grande esperto pubblicitario, David Ogilvy, diceva che se vendi degli estintori, è bene cominciare ad accendere il fuoco davanti ai tuoi potenziali clienti.


Fai leva sull’egocentrismo dell’old brain

Ti sembrerà strano, ma il cervello rettiliano pensa solo a se stesso. È un grande egoista che non ha alcun interesse o simpatia per ciò che non riguarda direttamente il suo benessere, la sua sopravvivenza, la sua riproduzione e la sua sicurezza.

Quindi, stai attento a quello che scrivi nei tuoi post, perché se la questione non è rivolta a lui in modo diretto, semplicemente non gliene frega niente.

E laddove un fatto possa trattenerlo o coinvolgerlo è solo perché magari è stato capace di attivare la sua parte emotiva o razionale. Una donna che si commuove di fronte ad una scena strappalacrime è stata coinvolta dai neuroni specchio che si trovano nella zona limbica del suo cervello emotivo. Un commercialista che legge i dati ISTAT, lo fa per motivi di lavoro (cervello razionale).

Come vedi, solo dopo che l’old brain si è accertato di essere al sicuro, permette agli altri due di prendere una decisione.

Il mio consiglio, in questo caso, è quello di usare il “Tu” per far si che i tuoi lettori si sentano proprietari della tua soluzione (proprio come sto facendo con te in questo momento). E non dimenticare di prospettare sempre i vantaggi che ne ricaveranno. L’old brain è un egoista ... e questo è il modo giusto per dialogarci!


Fai leva sui contrasti decisi

C’è un principio nella percezione umana, il principio di contrasto, che influisce sulla differenza che avvertiamo fra due cose presentate in successione. In altre parole, se il secondo stimolo differisce abbastanza dal primo, noi tendiamo a vederlo più diverso ancora di quanto non sia in realtà. Così, se solleviamo prima un oggetto leggero e poi uno pesante, questo ci sembrerà più pesante di quanto ci sembrerebbe se l’avessimo sollevato per primo.

L’old brain è molto sensibile ai contrasti come prima/dopo, con/senza, bianco/nero, bello/brutto etc.. La presenza di un contrasto gli permette di prendere delle decisioni veloci, senza rischio.

Il contrasto è un acceleratore di credibilità e di giudizio. Se stai parlando con una bella donna ad una festa e poi se ne aggiunge un’altra che bella non è, questa ti sembrerà più brutta di quello che è veramente.

Capito la potenza di questo principio? Usalo con saggezza nei tuoi post (con le immagini, ad esempio) e vedrai quali risultati strepitosi ti aspettano.


Fai leva sulla concretezza

La differenza che esiste tra un’affermazione concreta ed una astratta è la stessa che esiste tra una nuvola di fumo (inafferrabile) ed un sasso (prendibile e misurabile). L’old brain è concreto e ricerca continuamente ciò che gli è familiare e gli risulta amichevole, ciò che può essere riconosciuto velocemente, ciò che è concreto ed immutabile.

Facciamo un esempio. Se intendi promuovere dei contenuti afferenti al search engine optimization, e scrivi un’headline del tipo: “Vuoi scoprire le tecniche più efficaci per ottimizzare il tuo posizionamento sul web?”, hai formulato una domanda non concreta.

Se invece scrivi “Quali tecniche ti permettono di vederti primo su Google in meno di 24 ore?”. Non solo sei stato concreto (primo su Google, meno di 24 ore), ma hai anche usato una tecnica di apertura della domanda che spinge il lettore a cercare una risposta che va oltre il semplice “si” o “no”.

Come si giudica “concreta una cosa”? Se si può esaminarla con i propri sensi, è concreta. Una torta di mele è concreta, perché il lettore riesce a rappresentarla nella sua mente (con la percezione visiva, gustativa, olfattiva etc.). Un progetto ad alto rendimento è astratto. Perché non aiuta (da solo) a comprendere il messaggio.

Quali tecniche ti permettono di vederti primo su Google in meno di 24 ore?” è molto concreto, perché ti fa immaginare fisicamente davanti ai tuoi occhi il risultato di ricerca (memoria visiva) e il tempo che serve (memoria cinestesica).

Il linguaggio concreto aiuta le persone a comprendere concetti nuovi. L’astrazione è un lusso per esperti. Ma se vuoi fare presa sui tuoi lettori che non conosci e non sei certo di quello che sanno, l’unico linguaggio sicuro è quello della concretezza.


Fai leva sull’inizio e sulla fine

Hai mai partecipato ad un seminario o ad un convegno dal vivo? Se si, sono certo che mi darai ragione sul fatto che molte delle cose dette nel momento centrale dell’evento non le hai memorizzate, e che la tua attenzione massima l’hai avuta solo all’inizio e alla fine.

Il cervello rettiliano ricorda solo questi due momenti. Tutto quello che sta al centro semplicemente lo dimentica.

Allora perché perdere tempo a scrivere premesse inutili? Il mio consiglio è di usare la tecnica giornalistica della piramide capovolta. Dai subito la notizia più importante nelle prime 4 righe del tuo post, per poi riprenderla alla fine, quando la curva di attenzione dell’old brain tende a risalire.

Non sprecare delle informazioni preziose esponendole in un momento inopportuno. Per i dettagli hai tempo. Ma per fare una prima buona impressione hai pochissimi secondi. L’old brain è rapido nel giudicare e nel riconoscere una potenziale minaccia. Una volta espresso il suo giudizio, per è davvero difficile che possa modificare l’impressione ricevuta.


Fai leva sulle immagini

La memoria visiva è la parte più reattiva dell’old brain. Si tratta della capacità della mente di comunicare (apprendere, condividere, trasmettere, informare ecc.) per mezzo delle immagini. Non è solo una questione fisica, di ciò che si vede, ma anche un processo di associazione molto potente che crea nella mente umana delle strutture di significato, delle mappe (come dicono gli esperti della PNL) a cui si fanno corrispondere contenuti e caratteristiche non visibili.
Ad esempio, una persona di bell’aspetto esprime un’immagine positiva che va al di là dell’estetica, perché è stato ampiamente dimostrato dagli studi psico-sociali che il bello equivale a buono.

Robert Cialdini, famoso psicoterapeuta americano, parla di effetto alone, che si ha quando una singola caratteristica di una persona domina la percezione che gli altri hanno di lei, anche riguardo ad altri aspetti. Così alle persone di bella presenza si attribuiscono automaticamente altre caratteristiche come il talento, la gentilezza, l’onestà e l’intelligenza.

Sono meccanismi automatici che creano contenuto di memoria in base a ciò che si vede. Il processo è tutto sensoriale, perché la vista è un senso, e quello che viene immagazzinato in questo modo rimane nel tempo.

Ok! Per il momento mi fermo. Ci sono ancora numerose tecniche per arrivare direttamente all’old brain. Ma ne parleremo molto più diffusamente non appena sarà online il nuovo sito/blog di lavoro-casa.com.

Spero di averti fornito delle informazioni utili e di qualità.
A presto!