domenica 10 febbraio 2008

Perché sul tuo blog nessuno compra mai niente?

Negli ultimi mesi, nella blogosfera italiana, si è parlato spesso delle affiliazioni. Alcuni infomarketer hanno addirittura pubblicato dei report attraenti sul perché questi sistemi di guadagno in Italia funzionano poco. Si è parlato – ed io stesso l’ho fatto a proposito di Top Affiliate 50% – delle provvigioni e dell’opportunità strategica di aumentarle per favorire agli iscritti maggiori entrate per ogni vendita. Eppure in giro si sente ancora un certo malcontento. Sono solo in pochi quelli che effettivamente guadagnano cifre interessanti, degne di essere annoverate tra le voci serie di un bilancio finanziario personale. La stragrande maggioranza degli affiliati non soltanto guadagna poco, ma spesso ci rimette anche i soldi delle infruttuose campagne pubblicitarie.

Perché? Qual è il motivo vero di questa oramai acclarata debacle italiana? Mi sono posto le stesse domande quando stavo ultimando “Guadagnare soldi con internet – Premium”, che come molti di voi sanno è stato pubblicato con oltre un mese di ritardo rispetto alla data prevista (ci doveva essere un motivo!?).

Confrontandomi anche con alcuni blogger di vero talento (sia italiani che americani), sono giunto alla conclusione che per dare qualcosa di importante ai miei lettori dovevo allargare il discorso sulla linguistica scritta e sulle tecniche usate nel blogging di successo per convertire al massimo la propria utenza.

Le armi persuasive di un blog di successo


La differenza principale tra un sistema affiliativo classico ed un’affiliazione online non è tanto nell’uso di internet, anche se è da qui che parte la specificità del meccanismo, ma è nello strumento linguistico adoperato per fare marketing, promozione e vendita. Gli affiliati online usano i blog per comunicare. Ma quanti sanno farlo veramente in modo corretto? Sulla rete c’è di tutto, si vedono centinaia di blog che altro non sono che una vetrina spenta ed improduttiva di infoprodotti. Il più delle volte sono delle vere e proprie scaffalature verticali, con i post che non fanno altro che raccogliere copertine di eBook e link ipertestuali per reindirizzare il visitatore sulla landing page dell’affiliante.

Funziona tutto questo? Assolutamente no! Il visitatore ci mette due secondi (ma proprio uno e due) a capire dove si trova. Si rende conto di essere in un luogo poco informativo ed estremamente concentrato a pubblicizzare prodotti di terzi. Quale vantaggio ne ricava? Quale utilità? NESSUNA! Ed è per questo che abbandona.

Per inciso, è anche questo il motivo per cui i clik registrati da Google AdWords non corrispondono spesso a quelli registrati dal programma di affiliazione. Il visitatore arriva sul blog cliccando sull’annuncio AdWords, ma non clicca sui banner pubblicitari. E questo crea quell’asimmetria di CTR su cui spesso gli affiliati si interrogano.

Ecco dunque la bella notizia. Le affiliazioni funzionano, anche con i blog, a condizione che il blogger sappia comunicare. E a tal proposito le domande da farsi sono le seguenti:

- Cosa scrivo;
- Come lo scrivo;
- Perché lo scrivo.

Il blog, il web log (diario di rete), deve essere un momento di comunicazione spontanea, dove ognuno si arricchisce culturalmente nel momento stesso in cui condivide i pensieri del blogger. Quest’ultimo deve dare prima di ricevere. Deve mettere a disposizione dei visitatori delle vere e proprie utilità informative e formative. Deve scrivere senza pretese, per il solo piacere di esprimersi sinceramente sul tema che ha scelto di argomentare. In questo modo gli utenti capiscono di essere di fronte a qualcuno che scrive con passione e che crede veramente in quello che dice. Allora partecipano, lasciano commenti, esprimono critiche, fanno polemica, ma soprattutto danno vita e traffico al blog. E questo, credetemi, è tutto ciò che serve per dare uno slancio significativo al vostro business online.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno,
è assolutamente vero quello che dici, anche io spesso quando mi trovo su un blog che non fa altro che proporti affiliazioni o cose del genere leggo le prime due tre righe e poi vado via, ma spesso questi blog sono fatti per lo scopo di riuscire a crearsi una piccola entrata extra che permetta ad avere qualcosa in più nella tasca...che oggi è la cosa che piu preme alla maggior parte degli italiani.
Molti blogger sono riusciti nell' intento molti ci riescono ancora e di conseguenza tante persone che abbiano un minimo di spirito di iniziativa si "ingegna" per intraprendere questa strada con la speranza del successo "es me" ma con scarsissimi risultati!
Bisogna solo sperare!!!!
A presto!

Anonimo ha detto...

Ciao Carlo!

condivito al 100% quanto dici in questo post!

Addirittura ho sentito che un eccessivo uso di banner laterali produce la fuga dal Blog, ma secondo me il punto focale è questo che sottolinei tu:

io il blog lo faccio per dirigere il traffico da qui al prodotto dell'affiliante o perchè amo veramente l'argomento di cui parlo, e (aggiungerei) desidero sinceramente migliorare la vita di chi mi viene a leggere?

credo che sia qui la differenza, quindi sono daccordissimo con questo post!

Poi, ovviamente, se amo parlare di un argomento, ma lo faccio male o in modo infruttuoso... allora i problemi da risolvere sono altri...

1 abbraccio a tutti
Josè

Giuseppe Garzilli ha detto...

pienamente daccordo...
ciao