lunedì 26 novembre 2007

Attenzione: l'e-commerce ha delle regole ... e vanno rispettate!

Stamattina ho ricevuto questa email:

… Carlo...
… Ti faccio perdere un minuto nel condividere con te una mia semplice considerazione: sono anni oramai che, anche solo per semplice curiosità, navigo cercando informazioni su come guadagnare da casa: inutile dire che la maggior parte delle proposte sono a dir poco ridicole... Tutti sono Guru di Pnl, tutti fanno corsi di formazione, tutti guadagnano cifre folli in pochissimo tempo... so benissimo che le possibilità della rete sono INFINITE e che, con un sistema valido, si possa andare molto lontano, però... Guardando il tuo Sito e leggendo il tuo Blog invece, ho avuto per la prima volta la sensazione di avere un professionista SERIO pronto a riversare la sua conoscenza negli E-book che vende, peraltro, a prezzi molto più accessibili della media... Un esempio per tutti: nel sommario dell'e-book su come guadagnare in rete, sei l'unico che ha fatto riferimento, come deve essere, anche agli aspetti fiscali e amministrativi della cosa..."le regole che nessuno rispetta" se non ricordo male... Bene...siccome io quelle regole le vorrei rispettare e non lasciare nulla al caso, penso proprio che acquisterò ancora dal tuo catalogo... Ti chiedo scusa del tempo che ti ho fatto perdere, ma ci tenevo a farti i complimenti. Ciao! Sebastiano

Al di là delle parole di stima di Sebastiano, che mi ha fatto piacere ricevere, la sua email dice qualcosa di molto serio che, ahimé, pochi tengono in considerazione nella sterminata dimensione del web. Parliamo delle regole dell’e-commerce, quelle che stanno alla base dei rapporti d’affari che nascono ogni giorno sulla rete tra venditori e compratori.

Il bello di internet è che chiunque, senza grossi investimenti, può mettersi a vendere prodotti/servizi propri o di altri. E così fanno diverse centinaia di giovani italiani. Del resto internet è un’opportunità per tutti, e non ci vuole molto a capire quali passi compiere per mettere in piedi un’attività di commercio elettronico. Il problema sta nel fatto che anche queste attività, il cui avviamento è sostanzialmente “facile”, sono disciplinate da regole giuridiche che non sono soltanto disattese, ma completamente ignorate dalla stragrande maggioranza degli operatori. Proprio così! Molti non sanno neppure di violare la legge. Il che la dice lunga sull’autorevolezza e sul senso di responsabilità di certi “guru”. Bisogna ricordarsi che per lo Stato “ignorantia legis non excusat”!

Non so perché, ma mi sovviene la famosa parabola del Vangelo di Marco in cui viene chiesto a Gesù se è giusto pagare le tasse a Roma. E Gesù, dopo essersi sincerato di chi fosse l’immagine scalfita sulle monete romane, disse: “dai a Cesare quello che è di Cesare, ma dai al Padre tuo ciò che è del Padre tuo!”.

Insomma, se proprio vogliamo fare i “guru”, possiamo prendere esempio da Gesù, che forse il “guru” lo sapeva fare bene. Allora diciamo le cose come stanno. Se io vendo un vecchio telefonino all’asta su ebay, il tutto rimane nell’ambito di una transazione privata ed occasionale. Ma se decido di vendere telefonini tutti i giorni, beh, non è più un’attività occasionale. Diventa un vero e proprio commercio elettronico, un’attività svolta professionalmente che si concretizza nell’acquisto di merci, che poi vengono rivendute al consumatore finale (commercio al dettaglio) o ad altri utilizzatori professionali (commercio all’ingrosso). E l’esempio vale anche per i servizi.

Tutto questo genera obblighi amministrativi e fiscali, la cui inosservanza fa scattare delle sanzioni molto gravi a carico dei trasgressori. Il commercio elettronico presuppone una comunicazione preventiva al Comune nel cui ambito territoriale viene esercitata l’attività. Si tratta di compilare un modulo e di informare l’ente di voler avviare l’e-commerce per una certa data. Se nulla osta, a decorrere dal trentunesimo giorno dall’avvenuta comunicazione, l’adempimento si considera compiuto ed il soggetto può svolgere regolarmente l’e-commerce.

Di qui scaturiscono nuovi adempimenti, come il nucleo delle informazioni obbligatorie da rendere visibili sul sito di e-commerce. La partita IVA, ad esempio, è un’informazione obbligatoria; il numero di iscrizione alla Camera di Commercio – o il REA - è un’informazione obbligatoria; la sede legale è un’informazione obbligatoria. Ma quante di queste informazioni sono presenti sui siti di e-commerce italiani? Basta farsi un giro per rendersi conto! Si può cercare con google le keyphrases “guadagnare con internet” o “fare soldi con internet” o “fare soldi online” ecc. Il motore tira fuori centinaia di siti, alcuni di ultima generazione, derivati dall’assimilazione del web marketing americano (minisiti), tutti completamente privi delle informazioni obbligatorie di legge. Ce ne sono alcuni che non espongono nemmeno la sede. E questo è veramente grave, perché c’è da pensare che si tratti di vere e proprie attività “abusive”, che danneggiano soprattutto chi rispetta le regole, perché la fede pubblica ne viene compromessa, e in un mondo ancora da capire, come quello di internet, la gente fa associazioni sbagliate.

Sull’argomento c’è ancora molto da dire. C’è la privacy, c’è il codice dei consumatori, c’è il diritto di recesso, ci sono le garanzie e le controversie. Ma poi c’è il fisco con tutto quello che comporta soprattutto nel dilagante fenomeno delle affiliazioni. Di tutto questo parlo più approfonditamente nell’ebook “Guadagnare soldi con internet lavorando da casa”.
Ovviamente, il consiglio che posso dare è quello di consultare sempre prima un commercialista. Le regole sono quelle, ma ognuno può avere situazioni diverse, che possono variare da persona a persona, e quello che è vero (o opportuno) per Tizio, può non esserlo per Caio. Aprirsi una partita IVA è fondamentale, ed è la regola numero uno nell’attività del commercio, ma alcune categorie di dipendenti pubblici, ad esempio, sono in regime di incompatibilità, per cui aprirla significherebbe compromettere seriamente il proprio rapporto di lavoro.
In conclusione, consiglio di essere più diligenti, che non significa intelligenti, ma prudenti. Bisogna avere buon senso e domandarsi sempre se quello che si fa sia la cosa più giusta da fare. Guadagnare soldi online da casa è più che possibile, ma ci sono delle regole da rispettare. Come dice Sebastiano, non lasciamo nulla al caso.

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