martedì 16 settembre 2008

Libertà, Etica ed Economia della Saggezza

Ci può essere maggiore soddisfazione di quella derivante dal fatto di avere reso più libertà a se stesso e agli altri?

Dare libertà in cambio di libertà è il modello di transazione più elevato che esiste. Quando tutti gli uomini impareranno ad avere solo la moneta della propria indipendenza, allora lo sviluppo sarà davvero verso la strada del compimento.

Col passare degli anni mi sono reso conto che la ricchezza che adora se stessa non sarà mai un reale mezzo di crescita. Avere più soldi e compiacersene solo per l’entità numerica che assumono sull’estratto conto, non è il massimo dei piaceri della vita. Avere più soldi per potersi concedere il tempo di vivere meglio, per leggere, per imparare, per viaggiare, per aiutare se stessi e gli altri a raggiungere obiettivi di benessere concreto (per condividere), allora sì. Questo potrebbe essere davvero più piacevole.

Tutti noi dovremmo fare ammenda dei comportamenti egoistici, ispirati solo dall’istinto di un inutile accumulo. I soldi servono per vivere bene, ma al di là delle necessità c’è una dimensione di benessere superiore cui non si accede col danaro.

Per i più giovani forse tutto questo ha poco senso. Anche perché la vita di ognuno è fatta di molteplici livelli di incompetenza che, come una scala che porta verso l’alto, presuppone un cammino duraturo e impegnativo.

I primi passi nel mondo del lavoro sono dettati dal bisogno di affermazione e di realizzazione del proprio “ambiente di sicurezza”. Sono i primi gradini della scala, dove la visione è ancora limitata dalla pochezza del “vissuto”, dell’esperienza e delle informazioni acquisite.

A che punto l’ambiente è sicuro? A che punto ciascuno può decidere di orientarsi verso il benessere superiore? I giovani non lo sanno. Non vedono ancora le meraviglie allocate sui gradini più alti dello scalone della vita. E per questo non riescono a calibrare lo sforzo.

La felicità è una condizione che preesiste agli uomini nella natura, come l’acqua, il sole e le straordinarie magnificenze del cielo e della terra. Il problema è che non tutti la vedono, perché non sono focalizzati su di essa. Non la cercano, non la scorgono, non è quello che vogliono realmente.

La felicità non è una creazione, ma una scoperta dell’uomo. Per questo, non occorre combinare gli elementi per averla, ma semplicemente pensarla.

Il pensiero sprigiona delle forze incredibili. Sensibilizza la mente verso tutto ciò che indica la felicità in quanto tale. Diventa un richiamo irresistibile al piacere che ogni cosa di questo mondo può dare per il semplice fatto di esistere.

Queste lo dico perché io stesso cambio ogni giorno la mia visione. E se qualche tempo fa davo credito alle teorie del “risultato economico a tutti i costi”, oggi credo fermamente che la migliore cosa da fare sia quella di avere un’etica basata sui valori della libertà e della mutua corresponsione. Dare senza pretese è la migliore strategia di crescita. Anzi, è l’antistrategia del disastro.

Non bisogna temere il cambiamento. Sentire l’urgenza di modificare il tiro delle proprie azioni non è incoerenza, ma sviluppo del proprio “sé” intellettivo. Significa che le nuove esperienze hanno cambiato l’assetto percettivo, e ciò che prima appariva in un certo modo, oggi sembra diverso.

È il discorso del “Panta rei” di Eraclito. «Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.».

Tutto scorre, dunque, e tutto cambia agli occhi dell’uomo. È fortunato colui che ha vissuto tanto da saper cambiare insieme alla sua percezione. La bella notizia è che si può vivere tanto ogni giorno.

Voglio chiudere questo post con un breve passo della pregevole opera “Economia della Saggezza” - di un autore straordinario che vi farò conoscere insieme alla nuova versione (wuellegistica) di lavoro-casa – estratto dal capitolo che tratta della collaborazione e che valorizza e condivide la logica dell’open source:

“...dall’osservazione dei metodi della peer production si desume che la cooperazione comporta benefici, che la saggezza del confronto cooperativo, l’umiltà collaborativa, costituisce vantaggio enorme per le imprese d’ogni ambito e per la socialità connessa transnazionale, a partire dal dinamismo aziendale dell’information technology.

Fermezza e flessibilità, idealismo e realismo, rigore e saggezza sono considerabili variabili sincrone del mondo economico; talune come invarianti concrete; altre fungibili e dunque componibili nel telaio della globalità.
Avvalersene solo parzialmente può considerarsi opzione o obbligo?
L’assunto del quesito problematico è: si può scegliere un costume economico-sociale sprovvisto di saggezza?
«E’ invulnerabile non ciò che viene colpito, ma ciò che non è danneggiato» pronuncia la saggezza buddhista.
L’umana interiore condizione è pressoché sovrana nel determinare la qualità della propria regola esteriore
.”

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Carlo, ti cito:
"Col passare degli anni mi sono reso conto che la ricchezza che adora se stessa non sarà mai un reale mezzo di crescita. Avere più soldi e compiacersene solo per l’entità numerica che assumono sull’estratto conto, non è il massimo dei piaceri della vita. Avere più soldi per potersi concedere il tempo di vivere meglio, per leggere, per imparare, per viaggiare, per aiutare se stessi e gli altri a raggiungere obiettivi di benessere concreto (per condividere), allora sì. Questo potrebbe essere davvero più piacevole."
Non mi piace ripertermi, soprattutto pedissequamente, ma hai illustrato, in modo impressionantemente consonante, uno dei cardini della comunità ideale, virtuale e territoriale che ho nel cuore e nella mente da ormai decenni.
Senza soldi c'è la miseria materiale, che soddisfa solo i talabanetti gratuitisti volantin...omelianti, religiosi o laici; solo con i soldi, e fatti, di solito, fetentemente quella intellettuale e sentimentale.
Oltre c'è Metànya, l'ImMagiNazione GLocale, nelle sue tre ramificazioni principali, informalmente sociale, formale economica e formale associativa.
Trimantra: correttezza, immaginazione e concretezza.
Due smart card, con economica (e qui quello che stai facendo e hai fatto tu ne rappresenterebbe molto bene la parte comunicativa, cioè di marketing operativo o tattico, o di marketing in toto, cioè compreso lo strategico) e associativa.
Oltre GLEBOPOLIS E NOGLOBALOPOLIS.
Una presentazione di massima, certo non di centinaia di 'scene', né dettagliatissima, c'è già, come forse ti ricordi.
Sinergie, a breve, potenti, costanti, leali, lungimiranti, efficaci?
"Ancora" prematuro?
Troppo "in grande"?
Forse, o forse no, preso atto della 'fine del mondo che c'è tutti i giorni', come da titolo parafrasato di un mio poemetto.
Dato che non voglio che questo diventi un tormentone, però, aspetterò in separata sede qualche cenno di concreto riscontro, quando tu e la tua 'metatribe', potrete e vorrete darlo.

Anonimo ha detto...

Carlo,

ho appena postato un commento.
ma non so se è in coda di moderazione o mi è stato risucchiato dal sistema, magari per una mia disattenzione.
Adesso però devo andare a preparami per uscire per motivi di politica locale.

Sei uno dei pochi che non scrivono cazzate o non truffano in rete e sul territorio.
Sei un vero leader, che, per definizione, cerca solo altri leader, perché di padroni fetenti e schiavetti non meno fetenti, che hanno ridotto questo paese, e non solo, la fetenzia in troppi settori che è, non sa che farsene.

Carme diem,
tuo ALB.

Ester ha detto...

Ciao Carlo,
ho letto e riletto il tuo post, mi piace troppo, si annusa l'aria della libertà, della crescita, della voglia di fare.. poi quella "antistrategia del disastro" e ancora "Non bisogna temere il cambiamento. Sentire l’urgenza di modificare il tiro delle proprie azioni non è incoerenza, ma sviluppo del proprio “sé” intellettivo. Significa che le nuove esperienze hanno cambiato l’assetto percettivo"...aaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh che sollievo, mi fa stare bene, sento armonia densa in questo post.
Grazie per l'incoraggiamento che dai per intraprendere, continuare con occhi + attenti questa grande avventura che è la vita, che ogni attimo scorre dentro ad ognuno di noi e può uscirne modellata come la vogliamo...ogni giorno rendersi conto istante per istante che stiamo vivendo... tutto ciò si sposa alla perfezione col mio motto personale " vivo ciò che sento, sento ciò che vivo!"
Ester

Clelia Riva ha detto...

Ciao Carlo...

e' un post che ho sentito "a fior di pelle" , mi ha dato emozioni e mi ha fatto sentire viva...non smetterei più di leggerlo...

Clelia