martedì 23 settembre 2008

Qualsiasi professione tu voglia fare da grande, questo è ciò che devi sapere!

Mi arrivano di sovente delle email, da parte di giovani laureati e professionisti, con cui mi si chiede come attuare la WLG e il Nuovo Lavoro Intellettuale al proprio specifico settore professionale.

Ad esempio, Giuseppe, ingegnere, mi ha scritto:"...il mio settore prevede molto spesso di effettuare sopralluoghi per verificare determinate cause (pensa per esempio alla stima di un appartamento o ad eventuali lesioni di parti presenti in un appartamento da ristrutturare ...) come si possono conciliare queste cose con un business on-line?”.

Laura, invece, che è laureata in giurisprudenza, mi ha chiesto: “Perchè secondo te una persona che ha bisogno di una informazione specialistica dovrebbe pagare un neolaureato sconosciuto piuttosto che un professionista affermato, con il quale, peraltro, può avere un contatto diretto?”.

Ce ne sono tante altre, ma tutte più o meno esprimono le stesse perplessità. Ovvero, come usare la WLG per sostenere (sviluppare, mantenere etc.) la propria attività.

Bene! Credo che sia arrivato il momento di fare una grande rivelazione. Non è la WLG che deve sostenere la tua attività professionale, ma è la tua attività professionale che deve trasformarsi in modo da prosperare grazie alla WLG.

Una volta i liberi professionisti non avevano bisogno del marketing o, perlomeno, non avevano bisogno di spendere soldi per farsi conoscere, poiché il solo fatto di essere uno specialista (medico, avvocato, ingegnere etc.) bastava quasi sempre a far girare la voce di portone in portone.

Questa situazione è cambiata negli ultimi anni, non solo perché la crescita dei livelli di scolarizzazione ha generato migliaia di professionisti negli stessi settori, facendo svanire quella percezione di “rarità” che si aveva con i laureati di un tempo, ma anche perché con il sopraggiungere dell’informatica e della “digitalizzazione” delle informazioni sono cambiati i fabbisogni del mercato.

In un primo momento, gli Ordini Professionali hanno pensato di riscrivere le regole deontologiche per eliminare il divieto della pubblicità. Ma ciò è apparso davvero inutile, laddove insieme alle regole non è stata somministrata una formazione strategica adeguata.

Conosco avvocati che a mò di supermercato fanno distribuire volantini per le strade e nelle piazze. Altri che te li spediscono a casa con tanto di fotografia e di carta intestata.

Il problema non è tanto quello di vedere un avvocato che si avvale di strumenti pubblicitari così poco raffinati e indegni per la sua immagine istituzionale e storica, ma piuttosto quello di non rendersi conto che azioni di questo tipo sono completamente infruttifere.

Se non fosse per la disperazione che è sottesa a questi fenomeni, si potrebbe addirittura provare tenerezza a guardare un professionista alle prese con il marketing, quasi come quella che si prova verso un bambino che, dopo avere imparato a fare i primi passi, decide di camminare senza aggrapparsi alle federe dei cuscini del divano.

Per secoli i professionisti di successo si sono basati sulla naturale tattica dell’immagine autorevole dell’uomo di cultura. Si trattava di fare leva sui tanti anni di studi e di sacrifici, che però davano i loro frutti. Bastava scegliersi una piazza, aprirsi uno studio e si era certi di conseguire profitti cospicui.

I mercati emergenti hanno scosso le certezze di chi utilizzava questi schemi. In primo luogo l’affollamento eccessivo dei “dottori”, sparsi ovunque, ha annientato l’efficacia dell’immagine autorevole. Anche perché il mercato si è riformato con delle componenti a loro volta autorevoli. I clienti di un avvocato di oggi sono molto spesso professionisti di altri settori.

Di pari passo al cambiamento delle vecchie regole si sono affacciate sulla scena nuove tecniche, dai siti web di ultima generazione agli annunci su Google e al passaparola dei social media. Per un professionista del mercato tradizionale, le tecniche efficaci del nuovo marketing (intellectual marketing) rappresentano una leva ancora più straordinaria della percezione dell’immagine autorevole. Risultati rapidissimi a costo quasi zero!

Avere uno studio attrezzato con tanti collaboratori, frequentare luoghi strategici, tessere relazioni per attivare il meccanismo della presentazione degli amici o, persino, abbassare i prezzi, sono tutte strategie in grave crisi.

Le tattiche del nuovo marketing sottraggono linfa vitale al vecchio marketing senza tuttavia sostituirlo completamente. I professionisti vecchio stampo che ricorrono al nuovo marketing affinché questo svolga per loro i servizi del vecchio marketing non hanno successo.

Per far funzionare l’intellectual marketing è necessario che ogni professionista trasformi se stesso e la propria visione dei servizi.

La crescita proviene dall’approccio integrato che sa coniugare le tattiche del nuovo marketing con servizi completamente diversi.

Con l’intellectual marketing risultano più efficaci alcune tattiche, alcuni servizi, alcuni modelli di organizzazione e distribuzione del lavoro intellettuale. E allora perché usare le tattiche sbagliate con le tecniche giuste o viceversa?

2 commenti:

Clelia Riva ha detto...

La tua rivelazione rivolta ai giovani laureati e ai professionisti, che riporto testualmente “…è la tua attività professionale che deve trasformarsi in modo da prosperare grazie alla WLG”, è una rivelazione GENIALE e RIVOLUZIONARIA.

E’ in grado di cambiare il corso della storia o meglio è in grado di far capire, far prendere coscienza che il corso della storia è già cambiato!!! Aprite gli occhi ci dice!!!

E’ una rivelazione che rimescola il “mazzo delle carte” in mano al professionista e all’imprenditore, carte intese come elementi che costituiscono una strategia, per permettergli di giocare la sua partita vincente!

Grazie Carlo, un saluto

Anonimo ha detto...

E' vero quello che dici. Con internet bisogna rimettere in discussione se syessi e le proprie conoscenze.
Ti seguo da tempo, sei molto brao. Volevo comprarmi premium, ma ho visto che non è disponibile. Quando pensi di rimetterlo in catalogo?Un saluto. Gino